Le condanne di Buzzanca e Briguglio per i fatti di Giampilieri fanno rumore, anche perché sono state accompagnate dalle assoluzioni dei tecnici che avrebbero dovuto prevenire la sciagura. L’ex sindaco di Messina si difende: “ho la coscienza pulita”
Reazioni contrastanti. La decisione del giudice monocratico Massimiliano Micali di condannare esclusivamente gli ex sindaci di Messina e di Scaletta Zanclea per l’alluvione del 2009 ha causato nuove polemiche sul fronte cittadino. Sì, perché la sentenza che ha condannato l’autorità politica ha assolto al contempo quanti avrebbero dovuto vigilare e prevenire il dissesto, vertici della Protezione Civile regionale in testa. Non a caso i parenti delle 37 vittime, lungi dall’esprimere soddisfazione per l’esito del processo, hanno accolto il dettato del giudice con espressioni evidentemente perplesse.
La condanna
Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio sono stati giudicati colpevoli per il reato di omicidio colposo plurimo ed entrambi sono stati condannati a sei anni di reclusione. Mentre il primo avrebbe sottovalutato l’allarme, sulla scorta di quanto già registrato nel territorio di Giampilieri all’alba dell’11 novembre del 2007, il secondo non avrebbe definito per tempo il piano di traffico cui demandare le procedure di evacuazione in caso d’emergenza. Per conoscere nel dettaglio le valutazioni che hanno spinto la Corte ad assumere questa posizione bisognerà attendere che la sentenza sia depositata.
Assolti, invece, dall’accusa di disastro colposo il commissario straordinario di Palazzo Zanca Gaspare Sinatra, il tecnico di Scaletta Antonino Savoca, i dirigenti regionali che vagliarono la sicurezza del territorio col piano di assetto idrogeologico Alberto Pistorio, Giovanni Arnone, Francesco Grasso, Giuseppe Rago e Tiziana Flora Lucchesi. Assolti anche i progettisti Salvatore Cotone, Francesco Triolo, Giovanni Randazzo e Giovanni Garufi.
L’assoluzione che ha fatto più rumore, però, è quella del responsabile della Protezione Civile regionale, Salvatore Cocina, già commissario per l’emergenza nel 2008, finito da subito nel mirino della Procura e sotto il fuoco incrociato della stampa.
Micali ha stabilito, infine, maxi-risarcimenti destinati ai parenti delle vittime (fra i 100.000 e i 500.000 euro a testa), rinviando le valutazioni caso per caso in sede civile.
La versione di Buzzanca
L’ex sindaco di Messina ha accolto la decisione del giudice con amarezza e tristezza. In una nota ha evidenziato come la condanna di ieri abbia sconvolto ulteriormente la sua vita: “non pensavo di dovere pagare un prezzo così alto per avere fatto il Sindaco della Città. Ho la coscienza pulita di chi sa di non avere omesso nulla che potesse attenuare gli effetti della tragedia di Giampilieri e, comunque, che potesse evitare i tanti morti. Continuerò a difendermi nei successivi gradi di giudizio con tutte le mie forze. Alla fine, spero, emergerà, la mia assoluta estraneità” ha chiosato l’ex esponente di Alleanza Nazionale.
Manganaro: qualcuno finalmente paga
Lapidario anche il commento di Manganaro, presidente del Comitato Salviamo Giampilieri, impegnato da anni nella battaglia per la messa in sicurezza della realtà drammaticamente colpita dall’alluvione del 2009: “Da un punto di vista umano per i sindaci dispiace, li abbiamo visti all’opera nel dopo alluvione, ma è giusto che gli amministratori paghino per la mancata messa in sicurezza. Credo che però anche i tecnici abbiano avuto la loro responsabilità in quegli eventi. E’ comunque un segnale, finalmente in Italia qualcuno paga per questi tipi di disastro, ma non credo che i tecnici debbano rimanere fuori“.