Reggio Calabria, “Mala Sanitas” era un sistema agghiacciante: intimidazioni ai genitori dei bimbi morti [FOTO e VIDEO]

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Reggio Calabria, operazione “Mala Sanitas”: i particolari svelati in conferenza stampa e le immagini

Sono gravissime le accuse rivolte a 11 operatori sanitari coinvolti nell’inchiesta “Mala Sanitas” condotta dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. Si tratta, nello specifico, di 4 medici agli arresti domiciliari e di altri 6 medici e un’ostetrica interdetti con la sospensione dell’esercizio della professione per la durata di 12 mesi (qui tutti i nomi). Nella conferenza stampa di stamattina, gli inquirenti hanno spiegato che tutto è iniziato nel 2010, quando c’era stata una particolare attenzione su un medico che si riteneva colluso con la ‘ndrangheta.

Così, grazie alle intercettazioni telefoniche partite da una telefonata del dottor Alessandro Tripodi, medico ginecologo presso il reparto “Ginecologia e Ostetricia” nonché nipote di Giorgio De Stefano, si è ricostruita tutta una vicenda di mala sanità che vedeva una “sistematica opera di falsificazione delle cartelle cliniche per “impapocchiare” i pazienti“. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Alessandro Barbera, parla di “bollettino di guerra e tradimento del giuramento di Ippocrate“. I casi dei bambini morti risalgono tutti al 2010. Senza le intercettazioni telefoniche, spiegano i rappresentanti della Guardia di Finanza che hanno condotto l’operazione, “non avremmo potuto comprendere la rilevanza e la gravità non tanto il singolo occultamento ma proprio la sistematica opera di falsificazione delle cartelle cliniche. L’archivio di tale falsificazione era volto proprio a rendere difficili le indagini: le cartelle cliniche erano infatti in condizioni terribili. I medici ascoltati tramite le intercettazioni parlavano in maniera molto fredda di distacchi dell’utero e mancanze gravissime come se fosse normalità“.

In alcuni casi, i genitori che perdevano i bambini subivano intimidazioni per non sporgere denuncia. Poi c’è addirittura una donna che ringraziava i medici ignorando il fatto che i danni provocati al suo bambino, che adesso ha 5 anni ed è invalido al 100% dalla nascita, erano proprio provocati dai medici stessi. Le autorità durante la conferenza stampa hanno fatto un appello ai cittadini di evidenziare eventuali ulteriori irregolarità.

Infine, particolare focus su un caso di un medico sottoposto ai domiciliari che avrebbe indotto attraverso dei medicinali l’aborto della sorella (a sua insaputa) perché il medico sospettava una malattia del feto.
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