Reggio, Reset: “Falcomatà ha ereditato un comune senza un euro in cassa”

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palazzo san giorgio1“Leggiamo con grande stupore da qualche giorno a questa parte- scrivono gli esponenti di Resetdichiarazioni prive di ogni logica e strumentali provenienti da esponenti di Azione Nazionale e Reggio Futura, di matrice quindi prettamente scopellitiana, aventi ad oggetto in particolare il tema delle opere pubbliche ma non solo, sulle testate locali la destra scopellitiana sforna ogni giorno note elencandoci quello che non e’ riuscita a realizzare nel decennio appena trascorso. Orbene, di fronte a certe affermazioni non si può stare silenti e far finta che nulla sia successo, l’Amministrazione Falcomatà ha ereditato un comune senza un euro in cassa, con un piano di rientro lacrime e sangue, tributi elevatissimi e servizi pubblici inesistenti. Diciamoci la verità –proseguono– una città al collasso, è questa l’eredità lasciata dalla destra reggina nell’ultimo decennio, un comune sciolto per infiltrazioni mafiose , sull’orlo del baratro e del dissesto finanziario. Nonostante ciò, anzichè piangersi addosso si è intrapreso un percorso virtuoso che va nella giusta direzione, avendo finalmente a cuore le sorti della città e non tutelando solo interessi di parte. Pensiamo ai cantieri riattivati con lo sblocco del Decreto Reggio, sono ripartiti i lavori del Parco Lineare Sud, il tratto di lungomare che collega il Calopinace con l’area sud della città, all’accordo transattivo siglato con la ditta Bentini spa per il nuovo Palazzo di Giustizia, al servizio di raccolta differenziata porta a porta che interessa più del 50% della città ed è destinato a crescere ancora, alla riapertura del Castello Aragonese, del Miramare, dello storico mercato coperto di Via Filippini, all’approvazione del regolamento dei beni confiscati, al percorso avviato per la costituzione delle società in house dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose delle ex partecipate, società che andranno a garantire servizi essenziali in città come la cura del verde pubblico,la manutenzione stradale, l’illuminazione pubblica, le scuole, ma pensiamo anche allo straordinario strumento di democrazia partecipata dell’assemblea pubblica aperta ai cittadini,lo scorso 14 marzo al Cedir oltre sei ore di discussione e quasi 100 domande poste al Sindaco per quella che possiamo definire una giornata storica per la città. Primo cittadino altresì alacremente impegnato, nel confronto sui territori e con gli altri comuni della provincia, affinché la costruenda città metropolitana renda il territorio reggino il traino per la rinascita regionale. Fatti concreti non le chiacchiere di chi ha portato la città al default e prova ora a ricollocarsi sulla scena politica dopo aver governato e lasciato Reggio sotto un cumulo di macerie.
E’ vero – concludono– la città si è ricreduta, lo ha fatto nell’ottobre del 2014, mandando a casa una classe politica inadeguata, non più credibile, incapace”.

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