L’ex consigliere di Palazzo dei Leoni invita la classe dirigente a rompere l’impasse: “abbiamo rinunciato ad affrontare il tema dello sviluppo”. Le difficoltà della città, l’esperienza Accorinti e una ricetta per uscire dal guado: “così può iniziare una nuova fase”
Rella è convinto che la logica dei blocchi contrapposti abbia ormai fatto premio sulla centralità dei temi ed è una contraddizione che risulta stridente, vieppiù in una realtà costretta ad affrontare lo spettro del dissesto. “Il deficit più grave che abbiamo registrato in questi anni, però, è un deficit d’idee, di freschezza. Qui – precisa –dov
Lo spirito della rottamazione ha varcato i confini dell’isola? Rella scuote la testa, sostiene che imparare dagli errori commessi in passato non voglia dire rinnegare quanto di buono è stato fatto: “si tratta di prendere atto della necessità di un nuovo corso e anche i precedenti attori lo sanno. E’ un’esigenza difficilmente opinabile soprattutto all’interno dell’area moderata. Le categorie politiche di destra e sinistra sono superate dalla realtà: non servono le coalizioni, gli accasamenti partitici, se poi manca il retroterra culturale. Ciò che io chiedo, e che con me chiedono con forza i ragazzi con cui ho avuto la fortuna di confrontarmi in questi mesi, è un cambio di passo reale, che sorga dal confronto e dalla cooperazione con gli ordini professionali, con le categorie sociali, con la società civile. Prestare maggiore ascolto al cuore pulsante della città, mettendo al centro di tutto il merito ed il risveglio di una coscienza civica purtroppo smarrita ”.
Intanto, però, Accorinti resta in sella, alla vigilia dell’esame più duro per la sua Amministrazione: non quello elettorale, ma quello della Corte dei Conti. E proprio sul lavoro svolto dagli organi di controllo, sull’esperimento di Cambiamo Messina dal Basso Rella ci lascia con una chiosa finale: “Accorinti è una persona estremamente perbene, ma il suo gruppo di governo è inadeguato. I dati legati al bilancio e alla programmazione constatano questo. Rispetto al dissesto, per formazione culturale, la liquidazione del Comune non mi piace. Per evitarlo, però, servono delle misure che ad oggi non sono state adottate. Se siamo ancora in tempo per risalire la china, bene, muoviamoci subito, stabiliamo quali sono le priorità senza ulteriori indugi. Se tiriamo a campare con la gestione dell’ordinaria amministrazione, meglio prendere atto dei dati reali forniti dal bilancio dell’Ente e tirarne le somme…”.