Il bergamotto di Reggio Calabria “principe degli agrumi”: a tu per tu con il prof. Pasquale Amato [FOTO e INTERVISTA]

StrettoWeb

Pasquale Amato, docente di Storia dell’Italia Contemporanea all’Università per Stranieri “Dante Alighieri”di Reggio, ci racconta la sua passione e l’impegno messo in campo nella difesa e nella tutela di quello che definisce il “principe degli agrumi”: il bergamotto di Reggio Calabria

Una grande passione, un forte “spirito civico”, conoscenza, esperienza, positività: tutto ciò emerge dalla “chiacchierata” fatta con il prof. Pasquale Amato a margine del secondo incontro del seminario sul bergamotto (qui il programma) da lui organizzato presso l’Università per Stranieri di Reggio Calabria, la “Dante Alighieri”.

Una “crociata”, come piace dire al prof. Amato, che da anni porta avanti per una salvaguardia identitaria di un prodotto della nostra terra, precisamente di Reggio Calabria e della sua provincia, presto Città Metropolitana. E proprio per ribadire la vicinanza alla propria comunità, ai suoi valori e alla propria identità, con il prof. Amato abbiamo parlato anche di ulteriori “tesori” nostrani, ben custoditi all’interno del rinnovato Museo Archeologico Nazionale.

“La passione originaria fondamentale è quella che io ho per la mia comunità e per la mia città – così il prof. Pasquale Amato ai microfoni di StrettoWeb – quindi tutto quello che è eccellenza della mia comunità, soprattutto quelle che sono eccellenze mondiali, naturalmente mi trova in prima linea per fare, anche se è il caso, delle crociate. Le ho fatte per 25 anni – ci continua a raccontare Amatodifendendo sempre in prima linea i Bronzi, a volte cominciando con pochi amici ma poi trovando molti proseliti, con la chiara convinzione che se fossero stati allontanati da Reggio non sarebbero più tornati”.

I Bronzi di Riace, i due guerrieri in mostra al Museo di Reggio Calabria, per la cui inaugurazione di pochi giorni fa il prof. Amato non nasconde un’enorme felicità: “è stato per me uno dei giorni più belli della mia vita – ci confessa – da quel momento in poi è difficile strapparci quelli che sono i beni identitari e inamovibili su cui io ho puntato per tanti anni insieme anche al Comitato per la difesa dei Bronzi ed il Museo Nazionale della Magna Grecia”.

Insieme a questa felicità, Pasquale Amato palesa una logica constatazione, più volte rimarcata da chi dovere: “il problema ora è un altro, non tanto più il Museo, a mio parere uno dei più belli del mondo, ma è fare arrivare le persone, e quello non dipende dal Museo ma da tutta una serie di altri fattori di carattere politico generale: bisogna far sì che la gente arrivi a Reggio innanzitutto potenziando l’aeroporto e non depotenziandolo o chiudendolo, rafforzando anche la linea ferroviaria, sia quella tirrenica che quella ionica, e tutto il resto del sistema dei trasporti, compresa l’autostrada, i porti…”.

Creare intorno al Museo una prospettiva di sviluppo: questo il presupposto basilare del discorso fatto dal prof. Amato, che si ricollega all’altra eccellenza, il bergamotto, per il quale Pasquale Amato, così come con il Museo, si è impegnato per tanti anni, a sua detta con i rimproveri continui della madre. Dice ciò sorridendo il prof. Amato, ricordando gli ammonimenti della mamma che gli diceva “tu non c’entri niente con il bergamotto, lascia fare la battaglia agli altri”. A questo, ha sempre risposto: “io lo faccio per l’amore per la mia città e per la mia terra, al di là degli interessi personali”.

Non per niente, anche dal punto di vista “personale”, che per il prof. Amato si traduce sempre in “collettivo”, ha raggiunto piccoli ma grandi risultati. Proprio per l’occasione della cerimonia d’inaugurazione del nuovo Museo, il 30 aprile (leggi qui), il prof. Amato ha proposto, ottenendo un riscontro positivo dall’amministrazione Falcomatà, che venisse ripulita l’intera zona di piazza De Nava, piantando proprio lì una pianta di bergamotto ottenuta dal Consorzio, dal presidente Ezio Pizzi.

Una tappa fondamentale, questa, sulla scia della volontà di base di Pasquale Amato, quella di “tappezzare” la città di campi di bergamotto.“L’area in cui si trova piazza De Nava – ci spiega – è l’area dove è nato il bergamotto di Reggio Calabria. La prima piantagione di bergamotto, nel 1750, risiedeva dove si trova oggi il Lido Comunale, nella cosiddetta rada Giunchi. Dopo quella prima piantagione ne sono nate tante altre, prima nel quartiere di Santa Caterina, che era limitrofo, e poi mano a mano si è espansa in tutta l’area intorno alla città e dentro la città: fino all’800 c’erano dei vastissimi terreni a Reggio, e quei giardini diventarono tutti bergamotteti. Tant’è vero che Edward Lear, il grande scrittore inglese che fece il suo viaggio nell’estate del 1847 qui da noi, rimase colpito appena sbarcò a Reggio per i profumi che emanavano tutti questi giardini della città, che indicò come una delle città più belle del mondo proprio perché accoglieva i visitatori con questo profumo intenso. Fare tornare il bergamotto – prosegue Pasquale Amatovisto che c’è stata ad un certo punto una grande espansione edilizia, ha rappresentato per me una battaglia simbolo”.

Per il prof. Amato, insomma, piantare gli alberi di bergamotto a piazza De Nava, che è la carta da visita che si presenta ai visitatori del Museo, rappresenta la logica conseguenza del ritorno del bergamotto nella sua area d’origine. Il sindaco Giuseppe Falcomatà, che ha accolto ben volentieri questa proposta, ha accettato anche di presenziare ad un’iniziativa creata dal Gruppo Facebook “Tremulini nel cuore”, in riferimento a cui Pasquale Amato ha messo su un’ulteriore proposta: che si facesse in questa area verde abbandonata un parco del Bergamotto di Reggio Calabria. Una proposta che si sta vagliando, ma che si auspica possa portate ai buoni risultati di un’altra campagna di Pasquale Amato, che sin dagli anni ’90 del 900 si è impegnato per fare in modo che oggi in qualsiasi gelateria o pasticceria di Reggio si possa trovare sempre qualcosa al bergamotto.

“Spero ardentemente che si verifichi quello per cui i reggini hanno una certa vocazione, cioè la competizione – sempre parole di Pasquale Amatosarei molto contento se leggessi che in ogni rione della città si prenda uno spazio pubblico e si crei un parco del bergamotto. Non parliamo poi delle scuole, dove i ragazzi crescono: sarebbe bellissimo che le scuole che hanno uno spazio verde all’esterno possano dedicare una parte di quello spazio alla piantagione di alberi del bergamotto di Reggio Calabria”.

Il professore insiste nel parlare “di Reggio Calabria” perché a sua detta una delle cose che purtroppo avvengono spesso si rifanno al fatto che il bergamotto venga “affibbiato” a qualunque parte del mondo, “anche per colpa nostra, pur avendo ottenuto nel 2001 il riconoscimento del marchio DOP Bergamotto di Reggio Calabria Olio essenziale. Il bergamotto si coltiva solo a Reggio e nella provincia di Reggio – rimarca Pasquale Amatonon è giusto nemmeno dire bergamotto di Calabria”.

Un’offerta unica che la nostra città e la sua provincia offre a tutto il mondo, un prodotto utilissimo dal punto di vista della profumeria, della farmaceutica, ma anche da quello dolciario. Quest’ultimo aspetto si ricollega ad un’altra “battaglia” vinta da Pasquale Amato negli anni ’90, sopra accennata: “Nel 1994 – ci dice – ho creato il premio Bergamotto Day Prize, appoggiato dal Consorzio del Bergamotto, una specie di concorso per pasticceri, gelatieri, cuochi. All’inizio parteciparono in quattro, e dopo sei edizioni erano diventati 35, tra cui anche nomi importanti della realtà gastronomica della gelateria e della pasticceria reggina. A quel punto ho interrotto quel concorso, perché ho capito che l’obiettivo era stato raggiunto: fare entrare in testa ai nostri artigiani del settore che il bergamotto poteva essere utilizzato molto bene in questo campo, come avevano fatto gli inglesi con il the del conte Gray nel 1831, ed i francesi con le caramelle de Nancy, che sono a base di bergamotto, anche se nessuno sa che viene da Reggio Calabria: questa è una nostra pecca perché spesso e volentieri lasciamo che tutti parlino e sparlino delle cose negative che certamente noi abbiamo, e non valorizziamo nella maniera giusta quello che abbiamo di positivo”.

Una vera e propria campagna di sensibilizzazione di quella che è una nostra identità, sostenuta dal prof. Amato, che prosegue oggi con il seminario sul Bergamotto di Reggio Calabria organizzato presso la “Dante Alighieri”. Questo pomeriggio, il secondo dei tre incontri previsti, durante cui si sta parlando della coltura e dell’estrazione dell’essenza di bergamotto, definito da Amato “il principe degli agrumi”.

“Questo seminario ha un doppio obiettivo – dichiara alla fine della nostra intervista il prof. Amato accanto alla pianta di bergamotto piantata nel cortile interno della “Dante Alighieri” – rivolgersi agli studenti stranieri che vengono in questa Università, l’unica per Stranieri nel Sud e una delle tre in Italia, insieme a Perugia e a Siena. Noi abbiamo, quindi, quest’altra eccellenza che dobbiamo valorizzare, ed in questa dobbiamo fare conoscere anche le eccellenze della comunità e del territorio in cui gli studenti stranieri vengono a studiare”.

PASQUALE AMATO – ha studiato presso la Facoltà di Scienze Politiche di Messina. Dalla laurea ha intrapreso la carriera universitaria: ha insegnato Storia contemporanea e Storia dei partiti e movimenti politici per 40 anni all’Università di Messina, nella Facoltà di Scienze Politiche; nel frattempo già collaborava, dal 2002, con l’Università per Stranieri di Reggio Calabria, nella scuola di Alta Formazione per gli studenti stranieri che vogliono diventare docenti di lingua italiana. Presso la “Dante Alighieri” adesso insegna Storia dell’Europa contemporanea ed in più continua ad insegnare Storia dell’Italia contemporanea agli studenti stranieri della scuola di Alta Formazione.

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