Messina, caos alle poste. Interviene l’Ars e la Cisl si scaglia contro l’azienda: sorda ai richiami

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Per il sindacato di viale Europa non ci sono dubbi: la riorganizzazione ha fatto emergere la grave carenza di personale allo smistamento e al recapito. I disagi avvertiti a Messina sono un oltraggio perpetrato in nome del profitto aziendale

«È diventata un’emergenza sociale e adesso è scritto anche nero su bianco in un documento ufficiale dell’Assemblea Regionale Siciliana. Poste Italiane non può continuare a fare la sorda mentre attorno c’è un’intera regione che protesta e lamenta disagi». Utilizza toni forti la segretaria provinciale della Slp Cisl di Messina, Gisella Schillaci, su quella che ormai è definita una vera e propria «emergenza lettera» con ritardi che si accumulano e sforano anche i due mesi per la consegna. L’allarme del sindacato nasce dalle continue lamentele che i lavoratori postali registrano durante i loro turni di lavoro. «I disagi nella consegna della corrispondenza ci sono e sono tanti – conferma Gisella Schillaci – ma era tutto scontato e previsto e lo abbiamo evidenziato già prima dell’avvio della fase di sperimentazione del nuovo sistema che a Messina e in Sicilia non può reggere per la vastità del territorio e per la sua conformazione. Ma se a questi problemi strutturali aggiungiamo anche una carenza di organico importante sia nel recapito che, soprattutto, nella gestione e nello smistamento della corrispondenza, ecco la spiegazione sul perché i tempi di consegna della posta si sono allungati in maniera inverosimile. Ma – aggiunge la Schillaci – a Poste Italiane sembra non interessare nulla e vanno avanti per la propria strada, quella disegnata con l’alibi della razionalizzazione e del contenimento della spesa».

L’allarme sulla situazione del recapito a Messina e in Sicilia è stato oggetto anche di una richiesta ben precisa da parte del Sindacato Lavoratori Postali della Cisl Sicilia che ha trovato risposta da decine di parlamentari siciliani che hanno preso nei giorni scorsi attraverso un ordine del giorno dell’Ars che impegna il Governo regionale a «farsi promotore delle più opportune iniziative presso Poste Italiane per addivenire ad una soluzione che garantisca un servizio postale adeguato tutelando gli interessi dei lavoratori del comparto».

Nel documento dei deputati siciliani indice puntato contro «il processo di privatizzazione e quotazione in borsa» di Poste Italiane che «non può puntare esclusivamente al conseguimento dei profitti, con una politica di risparmi sulla forza lavoro». Ma nell’odg si registra come «la politica aziendale priva la collettività di un servizio con forti disagi quotidiani in un contesto di tangibile caos organizzativo».

Già oggi, a Palermo, si terrà un incontro convocato da Poste Italiane con i sindacati per affrontare il delicato tema della riorganizzazione del recapito.

«Cercheremo di ottenere un primo risultato – conclude Gisella Schillaci – Le problematiche affrontate dai parlamentari siciliani su sollecitazione del Slp Cisl Sicilia investono tanto i lavoratori che la popolazione. Bollette scadute, riunioni disattese, posta che arriva mesi dopo è frutto di una grave disorganizzazione che Poste Italiane purtroppo continua a mantenere, disattendendo in massima parte agli accordi sottoscritti e creando confusione e disservizi che non consentono il normale svolgimento delle attività».

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