Messina, la Cisl contro Accorinti: sui precari confusione creata ad hoc

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Il sindacato di viale Europa si scaglia contro i vertici di Palazzo Zanca: bisogna fare chiarezza. E sui dipendenti dell’ex Provincia Regionale di Messina Emanuele rilancia: “servono percorsi preferenziali”

La Cisl Funzione Pubblica giudica singolare il modus operandi dell’Amministrazione Accorinti che consegna ai corridoi di Palazzo Zanca una bozza di regolamento – bando per la prosecuzione delle procedure di stabilizzazione dei precari, solo per creare confusione e contraddizioni.

«Prima di procedere alla formulazione del bando, l’Amministrazione deve darci i conti della risorse disponibili e ciò anche alla luce di quanto abbiamo dovuto sudare per ricondurre sui giusti canali l’avvio delle procedure che oggi vedono già stabilizzati 98 unità di categoria A e B ma con un impegno di ricontrattualizzazione che ad oggi non viene rispettato», sottolinea il segretario Calogero Emanuele.

Sulla bozza “circolante”, secondo la Cisl Fp, ci sono tante errate interpretazioni e tante anomalie tra le quali salta all’occhio la possibilità di partecipazione al processo di stabilizzazione dei precari della ex Provincia Regionale in quota riservata che «senza alcun dubbio hanno diritto ad essere stabilizzati, ma, ahimè, gli “strateghi delle carte” hanno la capacità di mischiare capre e cavoli ove l’invocato comma 6 dell’art. 4 del Decreto D’Alia, va considerato come procedure “lex specialis” per i precari della ex provincia ma a valere sulla quota del 50% da coprire con concorso pubblico dall’esterno».

Calogero Emanuele va giù duro quando soprattutto nella parte in cui la norma prevede corsie preferenziali sino al 31.12.2016 ed invece la “bozza” prevede una vigenza delle graduatorie per il triennio 2016-2018 oltre a non sapere che «la spesa per il personale delle province ricollocato non rientra ai fini del contenimento della spesa di personale in valore assoluto» ed oltretutto, a normativa vigente, lo Stato deve liberare le risorse assunzionali che sono state bloccate, ingiustamente, per gli anni 2014 e 2015.

«Ribadiamo – aggiunge – che i precari della ex Provincia vanno messi in sicurezza ma bisogna definire percorsi preferenziale  “speciali” legati alle ultime novità legislative di riforma della legge di riordino delle Province. E qui bisogna dire ai Governi Nazionale e Regionale che i 96 lavoratori precari, assieme agli 830 a tempo indeterminato, devono essere totalmente mantenuti in forza per assicurare i servizi della nuova Città Metropolitana, sapendo che il parametro dipendente/dipendente, 1/699, in ragione dei 645 mila abitanti del territorio provinciale, quantifica in 930 dipendenti. L’esubero dei dipendenti della ex Provincia può verificarsi solo nel caso in cui i Governi non garantiscono le risorse per la copertura del bilancio che in questi anni, per mano del Governo Renzi, ha subito forti tagli, ad oggi di circa 17 milioni di euro oltre a sanzioni di quasi 5 milioni di euro per mancato rispetto del patto di stabilità degli anni pregressi».

«Una corretta interpretazione delle norme e dei conteggi consentirebbe di stabilizzare i lavoratori ad oltre 16 ore settimanali e non ad 11 – conclude il segretario della Cisl Fp – quindi per buona pace degli “strateghi” va rivisto l’intero impianto della proposta dell’Amministrazione Comunale, ma deve essere fatto nelle sedi opportune e non nelle “segrete stanze” e tutti devono lavorare per ricercare le migliori e più vantaggiosi soluzioni per i precari di Palazzo Zanca e di Palazzo dei Leoni».

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