Messina, la guerra dei numeri sulla Tari: l’ombra di una riduzione fasulla

StrettoWeb

Accorinti ha diminuito il balzello di un milione di euro: una decurtazione dal valore simbolico che però viene contestata in Consiglio. Le opposizioni, infatti, osservano come i dati offerti dalla Giunta siano poco chiari. Così i cittadini di Messina rischiano di accollarsi l’ennesimo debito fuori bilancio

L’Amministrazione Accorinti ha varato il nuovo piano tariffario della Tari con l’obiettivo esplicito di ridurre il peso del balzello per l’anno in corso. La diminuzione, di appena un milione di euro rispetto all’anno precedente, vuole avere valore simbolico, ma anche questa delibera ha causato parecchie perplessità in sede di consesso civico. Secondo le opposizioni, ed in particolare secondo la valutazione dell’ex CMdB Nina Lo Presti, stando ai dati offerti dalla Giunta le previsioni portate in Aula dalla stessa sono fin troppo ottimistiche, senza contare che nel secondo semestre dell’anno dovrebbe compiersi il trasferimento delle mansioni e delle competenze da MessinAmbiente all’Amam. Da qui l’idea di un’occulta ma già intuibile maggiorazione del balzello, con la presenza sottotraccia di un debito fuori bilancio i cui confini sono difficili da stimare. Sempre in relazione al piano tariffario presentato dalla squadra di Governo cittadina, in consesso civico si valuta con mal celato scetticismo l’impiego dei fondi Tasi: sarà difficile sostenere, durante il confronto in Aula, che la cura del verde cittadino sia un servizio indivisibile e non un’ordinaria azione di pulizia, a regime spettante alla partecipata preposta. L’Amministrazione, comunque, tira dritto e ha la necessità di strappare in Consiglio l’approvazione del Piano Aro cittadino: soltanto se questo strumento fosse varato, Messina potrebbe evitare la mannaia della riforma regionale, una riforma che toglierebbe autonomia alla città dello Stretto avocando a Palermo modi e tempi d’organizzazione del servizio. Il piano, però, ha valenza decennale e l’adozione del testo appare tutt’altro che scontata. A far discutere, ancora una volta, sono i costi di raccolta e smaltimento definiti dall’Amministrazione e l’affidamento in house che esclude la gara ad evidenza pubblica.

Condividi