Il consigliere comunale di Messina si difende dalle accuse e i legali promettono: a breve presenteremo un’istanza di scarcerazione o un ricorso al tribunale del riesame
Le accuse mosse all’esponente di Palazzo Zanca, quella di essere “il collettore di voti in cambio di denaro o altre utilità“, sono state negate con forza dall’indagato, che ha rivelato la natura meramente politica dei propri rapporti.
Oltre le buste della spesa e la liquidità garantita a certi elettori, David – con l’interessamento di Genovese – avrebbe operato secondo l’accusa per favorire l’assunzione di Giuseppe Picarella presso una clinica locale.
Delicate, poi, le intercettazioni fra Adelfio Perticari e il consigliere comunale: il primo, personaggio di spicco della criminalità organizzata di Camaro, è finito in carcere poche settimane addietro con l’accusa di aver freddato Giuseppe De Francesco, il giovane assassinato nel rione popolare a pochi metri dallo svincolo di Messina Centro. David avrebbe sottolineato al telefono di essere uno dei “cavalli giusti” su cui puntare in vista delle elezioni imminenti. I suoi legali, però, hanno specificato che si riservano nei prossimi giorni di avanzare l’istanza di scarcerazione o di ricorrere alternativamente al Tribunale del riesame.