Il presidente dell’Amam a dicembre sfilerà innanzi ai giudici per chiarire la propria posizione. Al suo fianco, sul banco degli imputati, il dg della Banca di Credito Cooperativo Antonello da Messina
Il presidente dell’Amam, Leonardo Termini, è stato citato in giudizio per truffa insieme a Fabrizio Vigorita, direttore generale della Banca di Credito Cooperativo “Antonello da Messina”. I fatti risalgono al 2011 quando gli imputati, nelle ricostruzioni dell’accusa, avrebbero falsificato le carte per rilevare una società finanziaria sotto fallimento, la Fime Srl. Calogero Bringhelli, precedente proprietario, in cambio della cessione avrebbe beneficiato di alcuni vantaggi fra cui l’assunzione presso l’istituto di credito quale nuovo direttore commerciale di una società controllata e una percentuale rilevante sulla vendita dei prodotti finanziari distribuiti dalla banca. La vittima sarebbe stata così persuasa a vendere l’azienda, mantenendo a suo carico i debiti e offrendo in garanzia il proprio patrimonio immobiliare. L’attuale dirigente dell’Amam ha rispedito al mittente ogni accusa, evidenziando come le proprie dimissioni non siano all’ordine del giorno.
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