Milano, pioggia d’arresti per le truffe online: fermati dieci rumeni

StrettoWeb

Il sistema messo in luce dalle indagini per il mancato recapito di un iPad: oltre 350 le denunce collegate alla frode. La truffa online serviva a giustificare un sistema di riciclaggio messo in atto dagli indagati. I rumeni utilizzavano il gioco online con account fittizi

Gli uomini del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di dieci cittadini rumeni, ritenuti appartenenti ad un’organizzazione criminale transnazionale finalizzata alle truffe online, utilizzo indebito di carte di credito, falsificazione di documenti, sostituzione di persona e furto di identità digitale. Le operazioni sono state eseguite in Lombardia, nel Veneto e nel Lazio sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

E’ in corso di esecuzione, inoltre, il sequestro preventivo nei confronti degli indagati, per un importo complessivo di un milione di euro, equivalente al danno economico tuttora accertato. Gli investigatori stanno anche perquisendo un noto dealer della provincia di Como, dove erano state attivate numerose schede telefoniche utilizzate dagli indagati, sotto intercettazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni milanese.

Le indagini sono scaturite dopo la querela, presentata da una delle vittime, per il mancato recapito di un iPad che aveva acquistato sul sito denominato “techmaniashop.it”. A questa, sono poi state collegate altre 350 denunce per truffa presentate sul territorio nazionale.

Le conversazioni telefoniche registrate nel corso delle indagini che hanno portato questa mattina all’arresto di dieci persone coinvolte in truffe online, erano criptiche: continui i riferimenti a parole come “bottiglia“ per indicare le carte prepagate, “cantiere” per indicare i conti gioco attivati per il riciclaggio del denaro, e “caffè” (gli interlocutori, dicevano letteralmente “ci vediamo lì al caffè”) che è risultato essere non un luogo fisico o un bar, ma un “luogo virtuale” nella rete internet.

Le operazioni di intercettazione e le analisi dei movimenti bancari hanno permesso inoltre di scoprire l’articolato sistema di riciclaggio messo in atto dagli indagati, che si basava sul gioco online mediante account intestati a nome di ignari utenti e collegati ad altrettante carte prepagate parimenti attivate con documenti falsi.

Sui conti gioco venivano riversate le somme di denaro ottenute sia attraverso il phishing, ossia i proventi delle finte vendite online, nonché quelli frutto dell’utilizzo indebito delle credenziali sottratte con il classico sistema delle email trappola, con cui l’associazione criminale si sostituiva ai reali istituti bancari e postali. Sono state, al momento, complessivamente individuate 2962 transazioni illecite, che hanno portato all’associazione un profitto illecito di circa un milione di euro

(ADNKRONOS)

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