L’operazione “Maqueda” è scattata dopo una lunga indagine e ha portato a dieci arresti: la criminalità organizzata si muoveva fra estorsioni e azioni di sopraffazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il tentato omicidio di un giovane gambiano
Le indagini della Squadra Mobile diretta da Rodolfo Ruperti hanno sgominato “un pericoloso gruppo armato che per lungo tempo si è imposto sul territorio del centro storico di Palermo terrorizzando i commercianti stranieri“. I reati contestati sono tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali tutti perpetrati ai danni di commercianti extracomunitari prevalentemente del Bangladesh, “etnia nota per l’indole pacifica“, spiegano dalla Questura.
Le indagini hanno subito un decisivo impulso dopo il fermo di Emanuele Rubino per il tentato omicidio di Yusupha Susso, il giovane studente gambiano ferito, lo scorso 4 aprile, con un colpo d’arma da fuoco alla testa, ‘colpevole’ di avere reagito all’ennesimo atto di gratuita sopraffazione. All’esecuzione dell’operazione hanno partecipato oltre cento uomini, “non solo in ragione della pericolosità dei soggetti, ma anche per la particolarità del territorio caratterizzato, sotto l’aspetto topografico, da vicoli tortuosi mentre, per quanto concerne l’aspetto sociale, da un alto numero di pregiudicati“.
(ADNKRONOS)