Periti industriali: pubblicato lo “Schema di regolamento” per l’esercizio della professione

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Il 17 maggio 2016 è stato pubblicato lo “Schema di regolamento del ministero della giustizia in materia di misure compensative per l’esercizio della professione di perito industriale e perito industriale laureato”

Tempi rapidi e misure certe per esercitare in Italia la professione del perito industriale. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 114 del 17 maggio 2016 dello ‘Schema di regolamento del ministero della giustizia in materia di misure compensative per l’esercizio della professione di perito industriale e perito industriale laureato’, viene finalmente recepita la direttiva 2005/36/Ce finalizzata a sostenere la mobilità dei professionisti tra gli stati membri della Ue”. E’ quanto si legge in una nota.
Con un paradosso: il soggetto comunitario –continua la nota– sarà molto più avvantaggiato e potrà, infatti, optare tra una delle 7 aree di specializzazione contro le 36 che, tra vecchio e nuovo ordinamento, è costretto a scegliere un giovane diplomato o laureato italiano che dopo il tirocinio professionale decide di iscriversi all’albo“.
Lo schema di regolamento prevede, per coloro che provengono da uno Stato europeo e intendono esercitare la professione di perito industriale in Italia, la possibilità di scegliere tra un tirocinio pratico integrativo della durata di 18 mesi o il superamento di una prova attitudinale (pratica o scritta), solo nel caso in cui emerga la necessità di colmare differenze sostanziali tra le sue qualifiche professionali e la formazione richiesta dalle norme nazionali“, sottolinea.
A valutare il tutto -spiega la nota- sarà una Commissione d’esame che dovrà essere istituita presso il Consiglio nazionale e composta da dieci membri effettivi e dieci supplenti, cinque dei quali professionisti, quattro scelti tra professori o dirigenti scolastici e uno magistrato“. Il professionista comunitario potrà fare domanda di riconoscimento del titolo professionale per una delle sette aree di specializzazione indicate nello schema, (costruzione, ambiente e territorio, meccanica ed efficienza energetica, impiantistica elettrica e automazione, chimica, prevenzione e igiene ambientale, informatica, design) che appartengono alla professione di perito industriale.
Siamo contenti -ha spiegato Antonio Perra, consigliere nazionale con delega alle riforme europee- che finalmente dopo 10 anni di attesa anche i tecnici europei che vogliono iscriversi al nostro albo possono godere di un tempo accelerato e di procedure certe, ma ora è indispensabile che i ministeri competenti, istruzione e giustizia, rimedino a un pasticcio legislativo che danneggia fortemente i nostri giovani. Basti pensare, per esempio, che un laureato italiano in ingegneria industriale, per iscriversi nella specifica area professionale, può arrivare a sostenere negli anni fino a 13 esami di stato diversi“.
Questi corrispondono -ha continuato Perra- ad altrettante specializzazioni a cui quella laurea permette l’accesso. Quello comunitario, invece, grazie al principio dell’accorpamento sancito dal decreto, affronta un’unica procedura che, se superata positivamente, gli attribuisce il riconoscimento all’esercizio della professione di buona parte di quelle specializzazioni che ora corrispondono a due sole aree, cioè l’area in meccanica ed efficienza energetica e quella in impiantistica elettrica e automazione. E’ evidente -ha concluso- che siamo di fronte a un sistema dichiaratamente lesivo della concorrenza che viola il principio della non discriminazione dei professionisti italiani rispetto a quelli comunitari, che deve essere sanato al più presto. In gioco c’è la credibilità dell’intero sistema paese, e della sua permanenza, in termini di concorrenza tra i paesi Ue“. (ADNKRONOS)

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