Reggio Calabria, accolto il ricorso per la centrale a carbone di Saline Joniche: adesso tutto nelle mani della Regione

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Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Sei, la società che intende realizzare una centrale a carbone nella zona di Saline Joniche, rendendo il progetto di nuovo realizzabile. Fondamentale adesso l’azione della Regione Calabria

La lotta per la centrale termoelettrica alimentata a carbone di Saline Joniche continua. La sentenza del Tar del Lazio, a favore delle ragioni mosse da Regione Calabria, Coordinamento delle Associazioni dell’ Area Grecanica No al Carbone e da alcune associazioni ambientaliste dell’Area grecanica per tutelare l’ambiente e il territorio, è stata ribaltata dal Consiglio di Stato, che lo scorso 5 maggio ha accolto il ricorso della Sei e della Presidenza del Consiglio dei ministri. Tuttavia, nell’esito del giudizio si conferma che le ragioni degli oppositori fossero fondate.
Nel comunicato inviato dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica si legge: “Il Consiglio di Stato ha affermato che l’intesa ‘forte’ della Regione, indispensabile anche secondo la Corte Costituzionale, è richiesta nell’ambito del solo procedimento di autorizzazione unica – funzionale alla costruzione dell’infrastruttura, ma non anche nell’ambito della fase sub-procedimentale di v.i.a.-a.i.a., dove l’apporto della Regione risulta circoscritto alla sola fase istruttoria in sede di Conferenza di servizi. Per questo ha ritenuto che non fosse decisivo il dissenso chiaramente manifestato dalla Regione Calabria per il rilascio della V.I.A.-A.I.A. (al quale si era aggiunto anche il dissenso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, superato solo grazie all’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri)“.
In questo modo, la costruzione dell’impianto è di nuovo possibile e tutte le speranze degli oppositori si rifugiano adesso nell’azione della Regione Calabria, che dovrà “esprimere un’intesa forte in sede di rilascio dell’autorizzazione definitiva“.
Il Coordinamento No Carbone chiede perciò: “Oggi più che mai, chiediamo che l’amministrazione regionale segua con la massima attenzione gli sviluppi di questa assurda vicenda e che intervenga concretamente affermando definitivamente la sua contrarietà al progetto. In un momento in cui lo stesso Governo Renzi punta sulla “decarbonizzazione” del Paese, in linea con gli accordi di Parigi e con le politiche green che in tutto il Mondo hanno portato alla chiusura di tante centrali a carbone, in cui a Saline Joniche, con il Patto della Città Metropolitana, sono appena stati destinati 1,3 milioni di euro per il completamento e la riqualificazione del waterfront, appare paradossale che questo incomprensibile capitolo della storia di un intero territorio non sia ancora definitivamente chiuso“.
Il Coordinamento ha richiesto a tal proposito un incontro urgente con il Presidente della Regione Calabria Oliverio, perché si disegni una linea d’azione netta al fine di portare a termine questa battaglia che dura ormai da nove anni.

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