“Un Comune allo sbando!”: stamane la conferenza stampa della minoranza in seno al Consiglio Comunale di Reggio Calabria; dalla denuncia di “un fatto sconcertante” in merito al PalaCalafiore, alla vicenda del Ciroma
IL PALACALAFIORE – Probabilmente quello più “scottante” del giorno lo ha illustrato il capogruppo di Forza Italia, il consigliere Antonino Maiolino: fulcro del discorso, il PalaCalafiore di Reggio Calabria.
“Noi abbiamo voluto porre l’attenzione su una delle strutture più imponenti e importanti della città, che è il PalaCalafiore – dichiara alla stampa Maiolino – sul PalaCalafiore abbiamo fatto un accesso agli atti e abbiamo scoperto che l’A.T.I. Viola RC Frascati Progetto 5 non ha siglato con il Comune nessuna convenzione: questo è un fatto sconcertante”.
“Con questo accesso agli atti e con molti altri che stiamo ponendo in essere – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – stiamo mettendo in rilevanza quello che è una cosa fondamentale: un Comune completamente allo sbando, soprattutto il settore allo Sport, e stamattina insieme ai colleghi abbiamo chiesto le dimissioni dell’assessore Zimbalatti: non è possibile che in un anno e mezzo non si sia accorto di questa convenzione che giaceva sul suo tavolo non firmata”.
“Un fatto gravissimo”, che oggi l’opposizione denuncia, chiedendo, come suddetto, le dimissioni dell’assessore allo Sport, Nino Zimbalatti. Una richiesta sottoscritta anche da Mary Caracciolo, la quale sottolinea il “modus operandi” dell’amministrazione dalla vicenda Miramare fino ad arrivare al PalaCalafiore. Vicende su cui si è soffermato anche Massimo Ripepi, chiedendo un accesso agli atti permanente, “visto ciò che emerge. Noi vogliamo una Reggio senza Falcomatà”. “Non accettiamo le irregolarità – ribadisce Mary Caracciolo – Vogliamo che le regole si rispettino per tutti!”.
DALLA PRESSIONE FISCALE ALLE EX OFFICINE OMECA -L’avvocato Imbalzano, inoltre, torna a parlare di alcuni aspetti specifici su cui ragionare nell’ottica dell’imminente costituzione della Città Metropolitana: dal record che Reggio Calabria possiede in Italia con oltre il 73% del livello della pressione fiscale, “a cui negli ultimi mesi si aggiungono la non necessaria tassa di soggiorno (il legislatore lascia infatti facoltà agli enti di introdurla) e l’aumento spropositato dei diritti di segreteria dell’Urbanistica”. Imbalzano si chiede, dunque, dove sia finito il progetto di alleggerimento della pressione fiscale proposto dal sindaco. La Fiera di Arghillà, che per il consigliere potrebbe rappresentare un’eccellenza della Città Metropolitana, un nuovo slancio da dare ad iniziative di difesa e promozione dell’agricoltura e della valorizzazione dei prodotti tipici, quale il bergamotto, maggiore riguardo nei confronti delle periferie “indecorose e abbandonate, pensando anche alla vergogna della Casa delle Associazioni di Tremulini, che è stata raggiunta solo due giorni fa dalla visita di una troupe di Striscia la Notizia e rispetto alla quale è dallo scorso gennaio che chiedo nelle commissioni Politiche Sociali un intervento tempestivo di ripristino della messa in sicurezza senza che nulla si sia ancora realizzato”, una riflessione sulla “piaga della disoccupazione”, una presa di coscienza sul Ponte sullo Stretto, sulle scuole materne e sulle ex Officine Omeca per cui “è necessaria una forte azione politica in sinergia con il MISE affinchè venga fatta chiarezza sugli obiettivi che si vogliono prefissare all’interno del piano industriale che ancora non vede la luce, ma che esiste ed è chiuso in un cassetto”: tutti argomenti su cui si concentra la riflessione di Imbalzano, al quale si riallaccia il consigliere Antonio Pizzimenti, parlando dei caratteri politici del provvedimento che in settimana la Commissione Controllo e Garanzia ha adottato sulla delibera n° 53/2016: “l’amministrazione non ha inteso un confronto per capire fin dove si poteva spingere. Mi sto rendendo sempre più conto – parole di Pizzimenti – della distanza di questa amministrazione nei confronti dei cittadini, considerando io da sempre la politica come il collante tra la burocrazia e la cittadinanza”.
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