Franco Arillotta si sofferma sulla valenza storica e culturale degli scavi di piazza Garibaldi, definendoli “intriganti” dati gli interrogativi che ci si pone man mano che i lavori proseguono
“Quel terreno è un terreno completamente vergine, non è stato disturbato da nessuna costruzione – ci continua a dire Arillotta – e lì c’è la storia geologica del nostro territorio, e quindi andrebbe studiato molto attentamente. Poi c’è la storia botanica del nostro territorio : lì è un terreno coltivato nel corso dei millenni, e studiare l’archi-botanica significherebbe veramente capire ad esempio che cosa si coltivava in quella zona e quindi che cosa mangiavano i reggini: questi sono tutti elementi che danno il senso dell’importanza dello scavo di piazza Garibaldi”.
E sempre per lo storico, la costituzione di un “parco archeologico” sarebbe “un po’ più intonato: se in quest’area ci mettiamo anche una piccola zona nella quale si ripropongono le cose che sono state trovate, dalle brocche medievali del primo scavo, questo aumenterà notevolmente l’interesse . Una cosa è certa – ci conferma infine Franco Arillotta – quello scavo sta regalando alla nostra città qualcosa di assolutamente inimmaginabile, molto bello e molto importante”.