I dati offerti da Confimprese alimentano il dibattito sulle prospettive di crescita dell’isola: dura stoccata alle associazioni di categoria, inadeguate a gestire i processi di selezione della classe dirigente dei futuri enti camerali
Una débâcle evidente: il meeting regionale di Confimprese ha offerto un’istantanea impietosa sulle capacità di sopravvivenza delle aziende siciliane. Nei primi tre mesi dell’anno, a fronte di 24mila chiusure, si sono registrate appena 3.716 aperture nell’isola. Un dato funesto, che testimonia le gravi difficoltà economiche avvertite sul territorio.
Sale anche il numero dei protesti nell’isola, a testimonianza delle difficoltà delle piccole e medie realtà. Da qui la denuncia di Confimprese, certa che il cappio fiscale attorno agli imprenditori onesti garantisca, in ultima analisi, i giri illeciti dell’usura e del mercato nero. Quasi consequenziale l’offensiva alle associazioni di categoria più rappresentative, le quali avrebbero dimostrato – nel corso degli ultimi mesi – la propria “inadeguatezza a gestire un processo di selezione delle classi dirigenti che dovranno gestire le Camere di Commercio” come denunciato dal presidente Giovanni Felice.