70 anni della Repubblica. “Che cosa significa essere italiani?”: la parola ai cittadini

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Girovagando per Reggio Calabria, abbiamo chiesto ad alcune persone cosa significa per loro la parola “Italia”, in virtù di una ricorrenza importante per il Paese: oggi si festeggiano i 70 anni della Repubblica

2 giugno2 giugno 1946 – 2 giugno 2016: ricorrono quest’anno i 70 anni della Repubblica Italiana. In tutto il Paese, da Nord a Sud, sono previste diverse manifestazioni, tra cui quella principale nella capitale, con la tradizionale deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria e la parata militare lungo la via dei Fori Imperiali.

Un po’ tutti gli italiani si preparano per un lungo weekend di festa, libero dal lavoro, altri proseguono con la vita di tutti i giorni. Ponte o no, il 2 giugno rimane pur sempre una data “simbolo” per l’Italia, che ricorda i giorni in cui si tenne il referendum istituzionale, dove votarono non solo gli uomini, ma per la prima volta le donne. Si disse no alla monarchia, e si scelse la repubblica, dopo anni di guerre interminabili.

Da lì a poco, il 1 gennaio del 1948, entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, frutto del lavoro dell’Assemblea Costituente, con il suo primo presidente, Enrico De Nicola.

Sono passati già 70 anni, le opinioni della gente sono mutate, i tempi sono cambiati, così come si sono evoluti i problemi della società contemporanea. A poco più di un mese da un’altra importante ricorrenza nazionale, la Festa della Liberazione, abbiamo voluto chiedere alle persone che cosa significa per loro la parola “Italia”.

reggio frecce tricolori 24 maggio 2015 (19)“Appartenenza, casa, ma anche divisione”, ci risponde così una giovane studentessa di Reggio Calabria, convinta del fatto che essere italiana significhi appartenere ad uno stesso popolo talvolta in contrapposizione con sé stesso. A spingere la ragazza a rispondere in questo modo, la constatazione, a sua detta, del disequilibrio ancora esistente tra Nord e Sud del Paese, anche e soprattutto dal punto di vista delle opportunità offerte ai giovani.

“L’Italia è il Paese più bello dove ho avuto l’onore di vivere”: queste, invece, sono le parole di una nonna, una nonna che ai tempi della guerra era una bambina che ha vissuto in Francia, e ritornando in Italia ha conosciuto la fame insieme ai suoi dieci fratelli: “ogni giorno, appena sentivamo le sirene che annunciavano l’arrivo degli aerei, e quindi dei bombardamenti, ci nascondevamo con la paura di morire sotto le macerie di qualche palazzo. Per noi un pezzo di pane era come essere in Paradiso – ci racconta la donna – dobbiamo ricordare più spesso come stavamo, smetterla di farci la guerra, perché la guerra non porta che morte e paura. Recuperiamo l’orgoglio di essere italiani e cittadini del mondo!”.

“C’è ancora troppa differenza tra Nord e Sud – ecco un altro parere di un reggino – sia dal punto di vista della formazione, che da quello dei trasporti e delle infrastrutture. Debelliamo la criminalità, la corruzione, la disoccupazione, il clientelismo! Vogliamo vedere fatti concreti per la nostra terra, una terra per cui si è combattuto, e a cui, nonostante tutto credo fortemente”.

turisti reggio“Ci sarebbe bisogno di insegnare, prima di tutto, e diffondere poi la lingua italiana, che sia veramente comune su tutto il territorio, preservando, come è giusto e sacrosanto che sia, i nostri dialetti e le minoranze linguistiche – questo il pensiero di una giovane dottoressa – Una buona conoscenza della lingua, però, non può che facilitare la comprensione tra di noi, in ogni ambito. L’imprinting è da dare essenzialmente alla scuola primaria per creare un livello di base abbastanza uniforme, che poi ognuno arricchisce con l’acquisizione di alcune ‘finezze’ secondo il suo percorso”.

“Siamo primi in molte cose – risponde ancora un padre – nello sport, nella cucina e in tanti altri ambiti. Il mio augurio è che potremo un giorno primeggiare in tante altre, per cui tutti noi ci rendiamo conto di essere ancora molto indietro, ed è un augurio che faccio soprattutto per i miei figli, perchè possano crearsi presto una famiglia loro, essendo appagati del lavoro che fanno, un lavoro che possa permettere di ‘campare’ bene ed in maniera dignitosa”.

“Ricordiamo il 2 giugno come la Festa della Repubblica e della prima votazione a cui hanno potuto accedere le donne. Essere donna oggi è diverso rispetto a ieri: da quel lontano 2 giugno, con forza e sacrifici, abbiamo conquistato tutto, lavoriamo,  curiamo i nostri interessi, senza però tralasciare mai la famiglia, siamo prime in diversi ambiti, anche sportivi, e così deve essere sempre”, aggiunge una mamma.

“I nostri paesaggi, la cucina mediterranea, la nostra cultura. Quando vado in vacanza sento la mancanza dell’Italia, anche se mi rendo conto che molte cose non vanno nel verso giusto, però è sempre casa mia”, ci dice infine una ragazza, aggiungendo una considerazione più che mai attuale: “Essere italiani significa aprirsi agli altri, a chi viene considerato diverso, ma diverso non lo è affatto”.

“Foto di repertorio”

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