Cosenza, la vittoria di Occhiuto contro ogni pronostico e senza i partiti: la gente ribalta i giochi di palazzo e affossa i big storici della politica cosentina
E’ una bella storia di democrazia quella che arriva da Cosenza, quella che arriva dalla Calabria. Non tanto perchè abbia vinto Mario Occhiuto al primo turno in sé, ma per come ha vinto e per cosa c’è dietro a questo straordinario successo elettorale che di politico ha molto poco, invece ha tanto di popolare.
Mario Occhiuto è un architetto di 52 anni, eletto Sindaco di Cosenza tra le fila del centro/destra (a quei tempi compatto, unito e forte) nel 2011 quando al primo turno aveva ottenuto il 45% dei voti battendo poi al ballottaggio il candidato della sinistra Enzo Paolini, uno degli storici “big” della politica cosentina. In questi cinque anni a Cosenza ne sono successe di tutti i colori. Occhiuto ha governato, bene a sentire il giudizio della gente e ad osservare le condizioni della città. Ma a febbraio di quest’anno, 5 mesi fa, si è dovuto dimettere perchè è stato tradito da una parte (molto consistente) degli uomini che lo sostenevano in consiglio comunale. Il gruppo di Ennio Morrone, con il Presidente del Consiglio Comunale Luca Morrone, ha presentato la sfiducia con l’appoggio di tutti gli storici big della politica cosentina del centro e della sinistra: Adamo, Guccione, Gentile e Mancini.
La città è finita commissariata, fortunatamente solo per pochi mesi, ma Occhiuto convinto del proprio buon governo ha deciso di andare avanti contro tutto e tutti, ricandidandosi sostenuto esclusivamente da liste civiche, chiaramente legate a ciò che resta della destra, ma senza neanche una sigla politica o di partito. In campagna elettorale ha sempre riempito le piazze, le strade, raccogliendo l’affetto e il calore della gente. Dall’altro lato, il centro e la sinistra hanno schierato l’artiglieria pesante: un big come Carlo Guccione per il Pd, ancora Enzo Paolini con 6 liste forti. E il risultato è stato clamoroso: i big supportati dalla vecchia politica, dalle famiglie storiche della classe dirigente cosentina, dai candidati più forti e dalle liste-corazzate, non hanno raggiunto neanche il 30% tutti insieme. Guccione s’è fermato al 19%, Paolini al 10%. Occhiuto ha stravinto al primo turno con il 60% delle preferenze, un risultato di gran lunga superiore rispetto a 5 anni fa nonostante stavolta non ci fosse un centrodestra forte, unito e compatto a supportarlo, nonostante stavolta non ci poteva essere l’arma del “cambiamento” di una campagna elettorale fatta per sovvertire il potere precedente, ma soltanto le liste civiche composte da tanta gente che voleva dare seguito a quel cambiamento che Occhiuto ha realizzato con fatti concreti amministrando la città bruzia. Tutto ciò, mentre il Movimento 5 Stelle rimane fermo al 4% per il candidato Sindaco e al 2% per la lista che rischia di non entrare neanche stavolta in consiglio comunale.
Ma quello che è bene evidenziare, per Occhiuto e per Cosenza, non è solo la percentuale del 60%.Occhiuto ha ottenuto diverse migliaia di voti in più rispetto a cinque anni fa. E l’ha ottenuti senza il supporto della politica e dei partiti. Cosenza è stata una delle poche città d’Italia ad avere un’affluenza alle urne elevata, addirittura del 72% rispetto agli aventi diritto, dieci punti sopra la media nazionale (62%), quindici punti sopra il dato di Roma e Torino (57%), diciassette punti sopra il dato di Milano (55%) e addirittura diciotto punti sopra il dato di Napoli (54%) e diciannove punti sopra quello di Trieste (53%).
E’ la grande lezione di democrazia che arriva dalla Calabria, dal profondo Sud, dove la gente – con una grande partecipazione d’opinione – è riuscita a ribaltare i tristi giochi del palazzo che avevano provato a sovvertire la democrazia. Invano.