L’evento del MoVimento 5 stelle è stato caratterizzato dal tema importante come quello sanitario. Tutti i parlamentari presenti hanno dato la propria opinione. Di Maio e Ferrara hanno parlato di Brexit e di Italexit
Dopo gli svariati tentativi di interventi sulla sanità in Calabria fatti dai deputati del MoVimento 5 Stelle, adesso la deputata Dalila Nesci, vuole rendere partecipi tutti i calabresi (soggetti attivi) rendendoli protagonisti su temi importanti come quello della sanità, spesso denigrata e sempre più basata sulla scarsa informazione. A Lamezia Terme, svariati meetup come quello di Lamezia, Corigliano, Villa San Giovanni, si sono organizzati per dire la loro su questo importante tema. ‘Sanità in Calabria: i cittadini decidono’ è l’evento per cercare le firme per poter dire la propria su questo importantissimo tema. Oltre la voce dei cittadini-attivisti, si sono aggregati a questo coro di rabbia misto speranza anche i parlamentari pentastellati: Dalila Nesci, Paolo Parentela, Nicola Morra, Federica Dieni, Laura Castelli, Giulia Grillo, Carlo Sibilla, il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio e l’europarlamentare Laura Ferrara. Una vera festa dell’attivismo del M5s aiutata dalle forze dell’ordine che hanno garantito la massima sicurezza all’evento. Una piazza monocolore che ha voluto rendere partecipe l’intera città calabrese. Si contano qualche migliaio di cittadini che in maniera molto ordinata hanno seguito l’evento. Evento poi concluso con la prima edizione della ‘Festa della Vera Pizza Napoletana’ sempre a Lamezia Terme. Tutti i parlamentari e europarlamentari hanno spiegato il loro punto di vista, cercando di far capire quanto la sanità in Calabria sia al degrado assoluto. A capire quali sono i concetti, abbiamo chiesto a tutti loro un punto di vista dettagliato, spiegando bene la situazione e cercando di trovare una soluzione che sia ottimale per i calabresi.
Paolo Parentela, parlamentare: “L’iniziativa serve per far scuotere le anime dei calabresi. Il MoVimento 5 Stelle da 3 anni sta portando battaglie imparanti, denunciando il malaffare della sanità portando le nostre competenze in procura. Noi siamo in una fase di piano di rientro, che non dovrebbe neanche esistere perché i calabresi sono i più malati d’Italia. Abbiamo dei commissari illegittimi e stanno facendo di tutto per non sistemare la sanità calabrese. Noi vogliamo dare una proposta: riorganizzare l’intero sistema regionale attraverso questa raccolta firma per dare una maggiore spinta per i cittadini. La Regione Calabria non ha mai monitorato la salute dei cittadini: trivelle, discariche, mala depurazione. Puntiamo al turismo: il turista che viene non è quello degli anni 90: usa lo smartphone si informa, vede le malefatte del luogo e non approda nelle nostre terre parlandone male e cercando altre zone per far le vacanze. Bisogna dare una sterzata a questa situazione, perché si rischia seriamente la fine del turismo in Calabria”.
Laura Castelli, parlamentare: “La giornata è stata pensata per far capire il bilancio sanitario. Come si sa, questo tema sanitario occupa 80% di un bilancio regionale. La Regione Calabria è in un piano di rientro ed è stata dichiarata fallita sulla sanità e questo significa che bisogna riprendere il famoso articolo diritto sulla salute. L’Iniziativa popolare proposta da Dalila Nesci ha come obiettivo di distinguere cosa è ospedaliero e cosa non lo è. In questo momento si permette alla classe politica di non dare una trasparenza piena sulla situazione finanziaria e soprattutto essa punta a tagliare solo le spese sanitarie. La Calabria, per tornare splendente, deve scegliere una nuova classe politica che sia adeguata al cittadino e che non si piega al volere dei poteri forti”.
Carlo Sibilia, parlamentare: “Il dato da sottolineare è lo strumento nuovo ovvero: una proposta di legge su iniziativa popolare. Il M5s ha redatto un testo, ma saranno solo i cittadini calabresi a chiedere una riorganizzazione della sanità. Con la firma, col voto, questo strumento di partecipazione, a mio avviso, credo che sia vincente. La riorganizzazione (che è prevista da questa proposta di legge), possa dare una maggiore spinta e sono convinto che possa dare una efficienza diversa a quello che è la cessione del servizio della sanità calabrese a causa della privatizzazione. La sanità incide molto per il pensiero del calabrese. L’accesso alle strutture sanitarie per le persone malate deve essere tutelato e con una struttura adeguata e una maggiore adeguatezza delle infrastrutture, potremmo dare una maggiore spinta all’ambiente”.
Dalila Nesci, parlamentare: “La piazza gremita ed è la prova che la Calabria risponde ai nostri messaggi. I cittadini vogliono confutare positivamente, apprendere contenuti e argomenti che spesso rimangono chiusi nei palazzi. Questa iniziativa è un percorso di rinascita e di energie per il M5s. È importante la raccolta firma, perché da domani il consiglio regionale se volesse, potrebbe approvarla senza problemi. Abbiamo pensato di rifare l’assetto istituzionale sanitario calabrese: ovvero dividendo la medicina ospedaliera da quella del territorio. È una proposta per dare maggiore trasparenza delle risorse economiche e di sopperire le mancanze del personale. Un consiglio che abbiamo dato ed è stato ascoltato dai cittadini e da tutti coloro che hanno chiesto questo riassetto. Lo abbiamo fatto per un fattore economico e di buon senso guardando come stato di fatto della Calabria. Una piccola proposta concreta che da al via a proposte che fanno da eco, a idee già depositate al parlamento nazionale che si basano sulla trasparenza per evitare la corruzione, che è sempre la disgrazia per questa regione”.
Giulia Grillo, parlamentare: “Parlare di temi concreti è importante per informare i cittadini. Sanità e salute sono concetti politici. Politiche economiche, alimentari, energetiche, nutrizionali, mettono la salute al centro di queste scelte, che ha la capacità di cambiare la direzione di un Governo. Un concetto importante dove ci possono essere altre diverse visoni dello sviluppo del nostro paese: sono sacri i diritti alla salute, all’ambiente, basate su un’alimentazione sana per dare uno stile di vita migliore e soprattutto di abbattere le malattie croniche. La Calabria sconta una storia a sé: noi metteremo tutta la nostra forza per poter avviare questo miglioramento sanitario”.
Federica Dieni, parlamentare: “L’evento è ben riuscito. Tanti calabresi vogliono mettere la faccia. Tutti i cittadini vogliono avere una parte attiva nel sistema sanitario. Un tema che è stato usato come bancomat, speculando sulla nostra salute. Abbiamo un’idea per dare una maggiore imponenza alle infrastrutture, un servizio più ampio attraverso i cittadini. Gli intellettuali dicono che i cittadini sono ignoranti, non è vero; i cittadini devono scrivere le leggi. Il sistema sanitario è mancato e molti territori stanno soffrendo questo fallimento. Mancano i livelli essenziali. Le persone soccombono negli ospedali e noi non abbiamo intenzione che la Regione Calabria possa perdere i cittadini a causa di questo male o per motivi di disorganizzazione territoriale. Le ricchezze servono per potenziare la nostra regione. È fondamentale riscrivere il destino della nostra Regione”.
Nicola Morra, senatore: “La sanità è il più grande business della Calabria. Non è un caso che una decina di anni fa, quando fu ucciso Fortugno (vice presidente del consiglio regionale), una delle ipotesi più accreditate fu una convergenza di interesse della sanità privata che andava a conflitto con quella pubblica. I diritti costituzionalmente fissati alla salute e alla prevenzione alla malattia non possono essere calpestati. A Lamezia, opera una delle 4 società di depurazione che ha trattato reflui provenienti dal centro oli di Vigevano, trattati come se non fossero particolarmente tossici, scoperto poi il contrario. A livello tossicologico, il nostro ambiente, il nostro eco sistema è massacrato con danni alla salute. Se io mi ammalo presento un costo per il sistema sanitario nazionale, ma probabilmente un profitto per qualcuno che fornisce allo stesso servizio sistema sanitario nazionale, una struttura elettromedicale, un farmaco. Finché ci saranno questa commissione di interesse, la sanità sarà un’enunciazione di preghiera, di principio e non una realtà. In Calabria stiamo registrando una spesa sanitaria che non diminuisce quando è fuori regione (250 milioni di euro per emigrazione sanitaria registarti). In maniera folle, adottando dei criteri economici folli, si sono chiusi ospedali di frontiera come quelli a Praia a Mare e Trebisacce che erano attivi. Questo fa caprie che troppe volte bisogna fare un lavoro stratigrafico per capre gli interessi reali della politica sanitaria”.
Infine, si è parlato della fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Tema che ha fatto dividere molti economisti e che hanno dato eventi catastrofici da un alto, e liberazione dall’altro. Ne abbiamo discusso con Laura Ferarra, europarlamentare del MoVimento 5 stelle e con Luigi Di Maio, Vice presidente della camera dei Deputati.
Laura Ferarra, europarlamentare: “L’uscita del Regno Unito è importante per far capire all’Unione Europea di cambiare. Serviva un segnale forte per cambiare la rotta. Il malcontento è di diversi Stati Europei: le attuali politiche europee non sono aderenti e non sono in linea coi cittadini europei. Il Brexit può avere una duplice fazione: un inizio se si capisce che bisogna cambiare la linea guida perché se no scendono i nazionalismi; una fine se non si prende atto della situazione attuale e si preferisce proseguire verso questo barato e molti altri paesi potranno decidere di abbandonare l’Unione Europea”. È da dire che la Scozia e Londra stanno cercando un modo per poter ritentare all’interno dell’Unione Europea, sovvertendo il risultato del Brexit. Sono state enunciate diversi milioni di firme per poter rifare il referendum. Ecco il pensiero dell’europarlamentare pentastellato: “Ci saranno scenari imprevedibili: lo stesso Cameron si è dimesso, come ha enunciato se avesse perso il referendum, anche se lo stesso, prende tempo dicendo di aspettare la notifica di uscita. Bisogna dire che ad ottobre il nuovo Premieringlese avrà il compito di notificare al consiglio europeo la scelta dei cittadini inglesi. Tutti scenari che da venerdì si stanno aprendo”. E su una possibile scenario in Italia, ovvero la famigerata ‘Italexit’ ha dichiarato: “Bella domanda– scherza-. È troppo presto per poter dire quale sia la posizione dell’Italia: molti vogliono seguire il modello inglese, altri vogliono restare all’interno dell’Unione Europea. Oggi noi stiamo criticando l’operato europeo denunciando le malfatte e cercare di costruire una nuova Europa. In ogni caso saranno i cittadini a esprimersi se rimanerne o meno. Aspettiamo e poi discutiamo con loro su questa importante scelta”.
Luigi Di Maio, vice presidente della Camera dei Deputati: alla domanda su una probabile Italexit ha dichiarato: “Ma non è che adesso siccome c’è l’onda della Gran Bretagna, tutti quanti vogliono uscire. Io penso che, come forza politica abbiamo, sempre parlato del tema dell’euro in dall’inizio e ci hanno sempre dato per insensati. Quando i conservatori inglesi e non i populisti (come ci identifica l’opinione pubblica qui in Italia) hanno chiesto il referendum sull’uscita, hanno votato per andar via. Ora se ragioniamo bene, la Gran Bretagna non ha né euro, né fiscal compact, non ha i vincoli di bilancio e nonostante ciò i cittadini sono insoddisfatti della Unione Europea. Se vogliamo recuperare la loro fiducia, bisogna cambiare la Governance Europea. In Francia, Spagna, Olanda, Germania e penso l’Italia a breve, ci saranno le lezioni e i cittadini puniranno i capi europei su questa politica europea. Renzi, per esempio, non ha cambiato nulla dal punto di vista Europeo. Noi mettiamo in discussione l’euro che è in sofferenza ed è lo strumento che impedisce lo sviluppo per l’Itala. Chiediamo ai cittadini cosa ne pensano. Loro devono scegliere se rimanere nell’eurozona e non devono essere costretti a rimanerci da una classe politica europea non adatta”. La Scozia vuole sovvertire la decisione del Brexit, e il primo ministro sta tentando di rientrare nell’Unione Europea. Ecco il pensiero del vice presidente: “Questo dimostra che scelte del genere hanno effetti che vedremo tra poco. Oggi sappiamo che noi abbiamo imprese lì che vogliono andare via. Se l’Italia fosse stata un po’ furba e libera di fare politica economica, chiederebbe a diverse aziende attraverso un piano di defiscalizzazione, di venire qui e di contribuire alla nostra crescita finanziera ed economica. Penso alle grandi imprese come Easy Jet, Rolls-Royce o Nissan, che stanno cercando una nuova capitale europea. Se la Scozia pensa che voglia andar via dalla Gb ed entrare nell’unione europea è un loro diritto, anche se sono sicuro che non ci sarà un nuovo referendum, perché sarebbe una cosa che perderebbe la credibilità della Gran Bretagna.”