Linea Blu racconta le bellezze dello Stretto di Messina [FOTO]

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La trasmissione Linea Blu oggi è approdata sulle coste delle Stretto di Messina per raccontare le bellezze di Torre Faro, Capo Peloro, Ganzirri e per conoscere più da vicino la pesca dei pesce spada

Linea Blu, la trasmissione di Rai Uno che racconta le bellezze di mari italiani, oggi è sbarcata in Sicilia, nello Stretto di Messina per raccontare le bellezze presenti nella caratteristica cornice del Mediterraneo. Un viaggio unico, raccontato da Donatella Bianchi, che ci ha portato verso la costa messinese di Capo Peloro, un luogo tanto importante quanto unico, che racchiude, in un così piccolo braccio di mare, una storia e un panorama che il mondo ci invidia.

A bordo di una delle feluche più grandi ed antiche, ancora in funzione, “Simone”, i pescatori hanno raccontato i metodi e la gestione della pesca del pesce spada. Da maggio ad agosto lo Stretto diventa un crocevia straordinario, attraversato da tantissime navi predisposte per la pesca dei pesce spada controllate da terra dalla centrale di controllo della Guardia Costiera. Capo Peloro è un luogo che ha delle caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche uniche al mondo, grazie soprattutto al suo affaccio sui due mari dello Ionio e del Tirreno. Per il Capitano di Marina, Giuliano Bossi, lo Stretto di Messina è qualcosa di particolare e unico al mondo: “ha una morfologia particolarissima ed è sempre moltotrafficato. Un crocevia mitico e le persone che lo abitano vivono ogni giorno questa esperienza. Per noi è sempre un piacere passare da Messina”. La Guardia Costiera di Messina controlla tutti i transiti delle navi che provengono da ogni parte dello Stretto anche attraverso una rotatoria marina che è posta al centro dello Stretto e che permette di evitare qualsiasi tipo di problema e di aumentare la sicurezza in mare.

La pesca del pesce spada è da sempre parte integrante della storia di Messina e del suo mare. La feluca ha bisogno di una manutenzione annuale e ognuno, a bordo, ha un ruolo ben  stabilito. Non è semplice guidare una barca dalle dimensioni così imponenti, soprattutto perché per uscire in mare bisogna essere sicuri che il tempo si mantenga sereno per l’intera pesca e bisogna tener conto anche del vento e delle correnti, che, come spiegano i pescatori, nello Stretto cambiano ogni 6 ore. I veterani della pesca, tra cui Giuseppe Arena, storico pescatore di pesce spada, conoscono persino gli spostamenti del pesce e il periodo in cui è possibile avvistarne in maggiori quantità: “giugno è il mese in cui è più facile la pesca in quanto è il periodo dell’anno preposto all’accoppiamento e i pesci rimangono più in superficie”.

Il viaggio nella riviera nord di Messina continua con l’illustrazione del Pilone, la “Tour Eiffel” dei messinesi, che quest’anno compirà 60 anni e nonostante da tempo non svolga più il suo ruolo originario, rimane un simbolo di grande attrattiva per l’intera città e per i turisti.  Proprio sulle spiagge che costeggiano il Pilone, si pescano molteplici esemplari di pesce che però, nel corso degli anni, a causa dell’inquinamento, hanno perso la loro importanza e ad oggi le imbarcazioni che escono in mare sono sempre minori. Un mare magnum di plastica e spazzatura. È questo il destino a cui rischia di andare incontro il Mar Mediterraneo, un prezioso e delicato ecosistema messo a rischio dai rifiuti galleggianti, quelli adagiati su spiagge e fondali o quelli diventati tanti minuscoli e invisibili frammenti. Un  pericolo per l’incolumità dei pesci di cui ci cibiamo e che potrebbero provocare danni anche alla salute umana.

Un passaggio importante e particolarmente interessante all’interno del programma è stato il percorso tra i maggiori relitti di navi affondati in fondo al mare dello Stretto. Tra i più importanti ricordiamo la nave Cariddi del 1930, il piroscafo inglese affondato intorno alla fine dell’800 davanti le rive di Torre Faro; e la nave Valfiorita.

 Infine, passando per Torre Faro è stato inevitabile fermarsi ad osservare i due laghi di Ganzirri. Fonte di grande orgoglio per gli abitanti del centro cittadino, i  laghi salati sono un vero e proprio monumento per turisti e villeggianti che ogni anno costeggiano le rive di Messina. Sono due entità separate: soltanto il lago piccolo è destinato alla molluschicoltura, ma ogni anno, durante la festa patronale di S. Nicola, è possibile attraversarli ed ammirare la bellezze della fauna che li circonda. La gente di Ganzirri ha vissuto e lavorato grazie a questi laghi e li hanno sfruttati per la pesca. Una particolarità presente all’interno del lago piccolo, racconta una ricercatrice marina, è la presenza di specie aliene, le cosiddette lumache di mare. Molte di queste potrebbero essere utili in quanto al loro interno racchiudono molecole bioattive che, una volta estratte, potrebbero essere sfruttate soprattutto in ambito farmacologico.

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