La trasmissione Linea Blu oggi è approdata sulle coste delle Stretto di Messina per raccontare le bellezze di Torre Faro, Capo Peloro, Ganzirri e per conoscere più da vicino la pesca dei pesce spada
A bordo di una delle feluche più grandi ed antiche, ancora in funzione, “Simone”, i pescatori hanno raccontato i metodi e la gestione della pesca del pesce spada. Da maggio ad agosto lo Stretto diventa un crocevia straordinario, attraversato da tantissime navi predisposte per la pesca dei pesce spada controllate da terra dalla centrale di controllo della Guardia Costiera. Capo Peloro è un luogo che ha delle caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche uniche al mondo, grazie soprattutto al suo affaccio sui due mari dello Ionio e del Tirreno. Per il Capitano di Marina, Giuliano Bossi, lo Stretto di Messina è qualcosa di particolare e unico al mondo: “ha una morfologia particolarissima ed è sempre moltotrafficato. Un crocevia mitico e le persone che lo abitano vivono ogni giorno questa esperienza. Per noi è sempre un piacere passare da Messina”. La Guardia Costiera di Messina controlla tutti i transiti delle navi che provengono da ogni parte dello Stretto anche attraverso una rotatoria marina che è posta al centro dello Stretto e che permette di evitare qualsiasi tipo di problema e di aumentare la sicurezza in mare.
La pesca del pesce spada è da sempre parte integrante della storia di Messina e del suo mare. La feluca ha bisogno di una manutenzione annuale e ognuno, a bordo, ha un ruolo ben stabilito. Non è semplice guidare una barca dalle dimensioni così imponenti, soprattutto perché per uscire in mare bisogna essere sicuri che il tempo si mantenga sereno per l’intera pesca e bisogna tener conto anche del vento e delle correnti, che, come spiegano i pescatori, nello Stretto cambiano ogni 6 ore. I veterani della pesca, tra cui Giuseppe Arena, storico pescatore di pesce spada, conoscono persino gli spostamenti del pesce e il periodo in cui è possibile avvistarne in maggiori quantità: “giugno è il mese in cui è più facile la pesca in quanto è il periodo dell’anno preposto all’accoppiamento e i pesci rimangono più in superficie”.
Il viaggio nella riviera nord di Messina continua con l’illustrazione del Pilone, la “Tour Eiffel” dei messinesi, che quest’anno compirà 60 anni e nonostante da tempo non svolga più il suo ruolo originario, rimane un simbolo di grande attrattiva per l’intera città e per i turisti.
Un passaggio importante e particolarmente interessante all’interno del programma è stato il percorso tra i maggiori relitti di navi affondati in fondo al mare dello Stretto. Tra i più importanti ricordiamo la nave Cariddi del 1930, il piroscafo inglese affondato intorno alla fine dell’800 davanti le rive di Torre Faro; e la nave Valfiorita.
Infine, passando per Torre Faro è stato inevitabile fermarsi ad osservare i due laghi di Ganzirri.