Il processo sulle presunte irregolarità compiute da alcuni enti di formazione riconducibili al duo Genovese-Rinaldi potrebbe giungere a sentenza sul finire dell’estate: la Procura di Messina si oppone all’ascolto di nuovi testimoni richiesto dagli imputati
Potrebbe arrivare entro la fine di settembre la sentenza del processo “Corsi d’Oro 2”, nato sulla scorta delle indagini che hanno investito Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, parlamentari un tempo appartenenti al Pd e poi passati alla corte di Forza Italia.
Lo “scandalo formazione”, come fu definito all’indomani dell’emissione degli avvisi di garanzia, vede l’accusa – rappresentata da Sebastiano Ardita – determinata ad accelerare i tempi del processo. Le prove documentali fornite – coi documenti contabili dell’Aram, dell’Elfi, della Trinacria Service, i contratti siglati dalla Lumen e le fatture visionate in aula – vengono ritenute esaurienti dal pm. La difesa, da par suo, ha chiesto di ascoltare altri testimoni, producendo nuovi incartamenti in giudizio. Spetterà al giudice Silvana Grasso pronunciarsi su quest’ultimo nodo, decidere cioè quali richieste dei legali potranno essere ammesse: la deadline, in tal senso, è fissata per il 15 giugno.