L’ex consigliere comunale replica alle accuse della Procura di Messina e rivendica la liceità dei comportamenti dell’Aram
Ha sfilato innanzi ai giudici per offrire la sua versione dei fatti: Elio Sauta, ex consigliere comunale e deus ex machina dell’Aram, ha reso ieri le proprie dichiarazioni in tribunale in merito al processo Corsi d’Oro, incalzato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. Lo scambio di battute fra i due si è concentrato soprattutto sulla regolarità dei contratti stipulati dall’ente di formazione, con un duplice passaggio – mediato da una società di servizio – per l’affitto dei locali in cui venivano svolte le lezioni. Secondo Sauta era una scelta obbligata, perché i locali venivano affittati senza attrezzature. Una dichiarazione che non persuade la Procura, convinta che il doppio passaggio fosse un escamotage per far lievitare i prezzi dei rimborsi garantiti dalla Regione.