È stato presentato ieri, nel corso di un incontro al Palacultura di Messina, il nuovo volume di Giuseppe Giaimi “Il secondo flagello di Messina” che ripercorre le principali catastrofi avvenute in città nel corso dei secoli
Il volume di Giaimi racconta, attraverso 4 importanti capitoli, le principali tappe della storia di Messina, in riferimento alle sue caratteristiche fisiche, al regime pluviometrico, ai mutamenti urbanistici dell’ultimo secolo, per poi proseguire con la ricerca delle principali alluvioni avvenute in città tra il XVIII e il XXI secolo che raggiungono quota 61. La costante delle alluvioni nella città dello Stretto è ormai sapere comune, le zone più colpite da sempre sono, di fatti, Galati, Giampilieri e Tremestieri. Nonostante le evidenti difficoltà e la consapevolezza di abitare in un territorio ad alto rischio alluvioni, nel corso degli anni è stato fatto ben poco: Messina è una città costruita sui torrenti, molti dei quali ancora oggi vengono viste come vere e proprie discariche a cielo aperto che rendono la vita dei cittadini difficoltosa ma, soprattutto pericolosa per la loro incolumità.