Messina, il Tar riapre l’impianto di Pace: il Comune punta al risparmio

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L’assessore Ialacqua deve fronteggiare le istanze sindacali e uscire dall’emergenza: la differenziata da sola per Messina non basta

Come preannunciato dall’assessore Ialacqua, il futuro dei rifiuti a Messina passa per la valorizzazione di due elementi: da un lato l’incremento costante della raccolta differenziata, dall’altro l’investimento sul piano logistico. In tal senso va letta positivamente la riapertura dell’impianto di Pace. Dalle parti di via Dogali, però, gli operatori della partecipata storcono il naso: MessinAmbiente in pochi mesi vanta già un credito sostanziale nei confronti di Palazzo Zanca, pari a una decina di milioni di euro, e le condizioni in cui il personale si trova ad operare sono tutto fuorché sicure. Per questo i sindacati tengono alta la guardia in attesa di capire quali saranno le sorti dell’azienda, come si andrà a incidere sul parco mezzi e cosa intende fare il Comune per evitare la crisi costante. La Giunta può comunque tirare un sospiro di sollievo: la sentenza del Tar sulla riapertura dell’impianto di biostabilizzazione nella zona nord consentirà alle semi-dissestate casse dell’ente un risparmio annuale a sei cifre.

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