Le segnalazioni vengono disattese ma il sindaco celebra il nuovo corso della differenziata, opponendosi ai termovalorizzatori. A pagare dazio sono gli esercenti e Capitale Messina pungola la Giunta: la vostra è propaganda para-sovietica
Una situazione indecente che si protrae da troppo tempo. La gestione dei rifiuti a Messina, al netto delle dichiarazioni trionfali del sindaco Accorinti, resta un’autentica emergenza per il territorio. Di più: se non ci fosse la minaccia di una crisi idrica sullo sfondo, con i pericolosi smottamenti che rendono precaria la condotta di Fiumefreddo, potremmo senza remore sostenere che è questo, per la Giunta, il vero banco di prova del cambiamento.
Un cambiamento che tarda ad arrivare, con buona pace dell’impegno profuso dall’assessore Ialacqua, il quale – giusto due settimane fa – ricordava gli atti varati sinora dall’Amministrazione cittadina, ammettendo come in termini pratici si fosse raccolto molto meno di quanto seminato. Così il carosello di rifiuti che invade il manto stradale cittadino non può essere semplicemente addebitato alla scarsa educazione civica dei messinesi: c’è un problema reale nella raccolta e nella gestione dell’immondizia.
Un problema sottolineato, con amarezza, da tanti osservatori. Capitale Messina, tramite Giovanni Randazzo, ha messo nel mirino “l’ineffabile” comportamento del governo cittadino, incapace di muoversi con “un briciolo di strategia” in una città sommersa da “rifiuti maleodoranti“.
L’arrivo degli automezzi per la differenziata rappresenta, secondo tale realtà, uno specchietto per le allodole, una “mossa propagandistica degna di un ex paese del socialismo reale“. Randazzo non lesina stoccate al primo cittadino, evidenziando come l’opposizione strenua e urlante ai termovalorizzatori sia frutto d’incomprensibili battaglie ideologiche, di là dalla valutazione effettiva delle criticità registrate. La strada da perseguire, invece, dovrebbe essere quella del compostaggio: “Una ragionevole Amministrazione ambientalista – scrive Randazzo in una nota – in questo dovrebbe spendersi, proponendo la realizzazione di impianti di compostaggio locali, a livello di quartiere o di isolato; in tal modo, coinvolgendo ed educando la popolazione, la si renderebbe consapevole della ratio dell’azione finalizzata alla riduzione della massa di rifiuti da trasportare“.
Ma è dal mondo dei social-network che fioccano segnalazioni. Una su tutte, quella dell’Aelthea Beauty Club, che dalla propria pagina Facebook ha offerto uno spaccato tristemente rappresentativo, caricando sui server di Zuckerberg una galleria fotografica (in calce a questo pezzo) sulla totale assenza di decoro a pochi metri dalla Galleria Vittorio Emanuele.
“In quel l’edificio – recita il post di accompagnamento – siamo in tanti a lavorare e siamo costretti, con 30 gradi fuori, a tenere le finestre chiuse per il cattivo odore. Siamo costretti a vivere in condizioni igienico sanitarie pessime, con insetti e altro che passeggiano sul marciapiede, stando attenti anche semplicemente a camminare e varcare il portone”. Una situazione incresciosa che si riverbera sui clienti di tanti esercizi e che non si riesce ad ovviare nemmeno con le segnalazioni telefoniche di rito al Comune o a MessinAmbiente.