Eller Vainicher prende le distanze dai progetti di Ialacqua e viene contestato dalle consigliere di Cambiamo Messina dal Basso. Il piano Aro resta nel limbo
Sulla sostenibilità dell’operazione, dunque, i revisori mantengono il proprio scetticismo, con un parere che è sì obbligatorio ma non vincolante. Questo implica che la Giunta possa forzare la mano? In teoria sì; in pratica è molto difficile che il Consiglio adotti un atto politicamente non entusiasmante laddove esso risulti anche finanziariamente controverso.
Il primo, infatti, non concorda sull’affidamento in house providing del servizio delineato dal secondo, evidenziando come l’interesse generale stia nella soddisfazione della condizioni di mercato, di là dalla possibilità di privatizzare o meno il servizio. Valutazioni in stridente contrasto con la storica posizione assunta dall’Amministrazione. Valutazioni che hanno fatto scattare le reazioni indignate delle consigliere accorintiane Risitano e Fenech. Se la prima ha rimarcato la manifesta riottosità di Eller Vainicher a sposare la linea della Giunta, la seconda ha messo l’intero Consiglio di fronte all’aut aut: “la nostra linea è quella pubblica. Chi non è d’accordo può bocciare la delibera sapendo di causare disagi alla città e di mettere a rischio la posizione dei lavoratori“.
Un ricatto che è stato rispedito al mittente dalle opposizioni di centro-destra, con Daniela Faranda – in quota Ncd – solerte nel chiedere per quale motivo non si possa pretendere trasparenza in merito ai progetti del governo cittadino. Anche il Pd, con Antonella Russo, ha diffidato l’Amministrazione dal seguire un simile approccio in sede di confronto. Legando i due piani, Aro e nuova Amam, l’esponente dem ha polemizzato: “Come possiamo dire che la gestione in house garantisca qualità del servizio e lavoratori, visto che non si sa a chi sarà affidato il servizio stesso?“.