Crocetta è vincolato ad adottare nuove politiche per superare la strutturale emergenza dell’isola: servono impianti all’altezza e società sane. MessinAmbiente è destinata a chiudere i battenti
MessinAmbiente va liquidata una volta per tutte: la comunicazione ufficiale da Palermo non è ancora arrivata, ma l’impressione è che stavolta – per la società partecipata addetta alla gestione dei rifiuti in riva allo Stretto – non ci saranno margini di proroga. Del resto la situazione straordinaria va avanti da quasi tre anni e le sofferenze economiche dell’azienda non sono state sanate, nonostante i cambi al vertice imposti dalla classe dirigente locale.
I segnali che arrivano dal capoluogo sono decisamente negativi: basti pensare alla denuncia inoltrata dall’assessore regionale Vania Contraffatto all’Anac di Cantone, una denuncia volta a segnalare le anomale ordinanze emesse da 20 comuni del messinese abituati, per fantomatiche impellenze, a procedere con affidamenti discutibili nel settore, in barba alle diffide della Regione. Simbolo di un nuovo corso che il Governo regionale è costretto a intraprendere. Crocetta, di rientro da un vertice romano al Ministero dell’Ambiente, ha compreso quale sia la volontà dell’Esecutivo Renzi: la Sicilia beneficerà dello stato d’emergenza solo se rispetterà un cronoprogramma che le consentirà, sul piano infrastrutturale, di rientrare dalla situazione di assoluta difficoltà. Il settore va quindi ripensato a livello complessivo e in questo contesto non soltanto dovranno essere chiusi i contenziosi irrisolti, fra cui potrebbe rientrare il dossier MessinAmbiente, ma andranno create strutture e impianti adeguati. Per Messina si guarda ancora alla discarica di Pace.