Si è svolta da poco la cerimonia di riapertura del Terminal Bus Atam di Largo Botteghelle: Reggio Calabria, soprattutto la zona Sud della città, si riappropria di un luogo più volte “violentato” in passato
Un sito più volte “violentato”, come afferma Gatto, che oggi viene riaperto e diventa luogo simbolico di resistenza contro tutte le violenze, “patrimonio comune di una città, di un’azienda che vuole essere di servizio per un quartiere e per tutti i cittadini”.
Una riapertura che arriva dopo due anni, una conquista, in un giorno di legalità, come viene definito sempre da Antonino Gatto, ma anche di festa in quanto l’azienda riprende possesso di un suo bene che era stato vandalizzato. “Con questo recupero, che è costato anche alle casse dell’azienda – aggiunge alla stampa Gatto – abbiamo voluto riaffermare la volontà di prendere possesso di un bene, di riaffermare la nostra volontà di resistere a quegli atti intimidatori che ci sono stati nel passato”.
Innescare questo nuovo corso dell’azienda sulle radici solide del passato, lo dice bene Gatto, ricordando un po’ il percorso dell’Atam, che ha portato ad oggi ad una ripresa anche e soprattutto dal punto di vista finanziario.
Dal punto di vista funzionale, il nuovo Terminal è composto dagli uffici amministrativi e dal front-office, per quanto riguarda il rapporto con il pubblico; saranno fornite, quindi, indicazioni sugli abbonamenti, i permessi, si svolgeranno altre funzioni interne e anche pubblicizzate sul sito dell’Atam. L’incontro inaugurale di stamane, per esempio, è avvenuto all’interno della sala conferenze, luogo da cui, sempre a detta di Gatto, si vorrà alimentare quella “svolta culturale” di cui parlava, anche in sinergia con le “forze sane” della città.
“Nella nostra città fino a qualche tempo fa il trasporto pubblico era tutt’altro che garantito”, esordisce il primo cittadino di Reggio Calabria, rammentando un percorso arduo e faticoso, che ha portato dai sit-in nel 2014, alla decisione del Tribunale di ritirare l’istanza di fallimento nel 2015, fino ad arrivare ad oggi, giorno in cui si prende atto dell’“assunzione comune di responsabilità”. Anche Giuseppe Falcomatà fa riferimento al senso di appartenenza alla comunità, e all’avvio della Città Metropolitana, a cui si ricollega l’arrivo di finanziamenti importanti, come il Pon Metro.
E proprio Falcomatà è il primo a ricevere una targa di riconoscimento da parte di Antonino Gatto, il quale consegna questo attestato anche ai suoi valorosi collaboratori, e a tutti coloro che hanno dato un apporto essenziale all’azienda. Al sindaco, “per aver fortemente voluto il salvataggio di ATAM deliberando la ricapitalizzazione dell’azienda nel mentre la stessa era sottoposta a procedura fallimentare; all’Ing. Matteo Gatto, “per il suo impareggiabile, competente e leale contributo professionale al processo di risanamento economico, finanziario e culturale di ATAM“; all’Avv. Giuseppe Mazzotta Maestro di Diritto, “per il suo appassionato, competente e creativo contributo al salvataggio di ATAM”; a Don Umberto Lauro “per la sua costante assistenza al servizio di ATAM nel 50° del suo sacerdozio”; all’Ing. Viviana Fedele, vittima di un proditorio atto intimidatorio “per la competenza e la particolare determinazione con cui ha svolto delicate attività ispettive a lei delegate”; ad Antonio Amaddeo – in memoria – “quale esempio di attaccamento ed abnegazione al servizio dell’AMA, oggi ATAM”; all’Associazione ENOV “per il decisivo e leale contributo alle attività di lotta all’evasione tariffaria”.