La “norma anti-badanti” dichiarata incostituzionale: matrimoni legittimi a qualsiasi età

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La giurisdizione torna sulla questione degli anziani che convolano a nozze e dichiara illegittima e anticostituzionale la cosiddetta “norma anti-badanti”

Non dev’essere per forza frode fiscale. E se fosse vero amore? D’altra parte la vita si allunga e le possibilità di rifarsi una vita, anche coniugale, aumentano. Se un uomo o una donna di mezza età ha la possibilità di sposarsi innumerevoli volte, perché un anziano o un’anziana non dovrebbe godere dello stesso diritto?
Questo il ragionamento della Consulta che dopo cinque anni dalla sua emanazione ha dichiarato incostituzionale la legge cosiddetta “anti-badanti” che voleva mettere un freno a quei matrimoni giudicati sospetti dal Fisco, contratti spesso tra anziani di nazionalità italiana e giovani di nazionalità spesso dell’est europeo. Blocco delle pensioni di reversibilità, quindi, per evitare che si approfittasse di persone avanti con gli anni.
Ma oggi tutto ciò viene a cadere, perché l’articolo 18, comma 5, del decreto legge n.98/2011 emanato sotto il governo Berlusconi dal ministro dell’Economia Tremonti è stato dichiarato incostituzionale in quanto ispira pregiudizi che portano a categorizzare il fenomeno, quando invece dovrebbe permanere almeno il dubbio che quello instauratosi tra due persone, anche se tra loro ci sono diversi decenni di differenza, possa essere un sentimento sincero. Così scrive il giudice Silvana Sciarra: “(la norma, ndr) enfatizza la patologia del fenomeno, partendo dal presupposto di una genesi immancabilmente fraudolenta del matrimonio tardivo”. E prosegue: “sono inaccettabili le limitazioni basate su un dato meramente naturalistico quale l’età; non è consentito interferire con le scelte di vita dei singoli, espressione di libertà fondamentali”.

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