Il difensore centrale Mauro Coppolaro grande protagonista con l’Italia che vola in finale agli Europei Under 19: è l’ultimo “figlio del Sant’Agata” di lusso, sbocciato in riva allo Stretto
Ma adesso gli azzurrini di Paolo Vanoli hanno la possibilità di incrementare l’albo d’oro italiano. E la Nazionale ha fatto benissimo: nel girone ha sconfitto la Germania (in Germania) 0-1, dopo una partita incredibile, e ieri in semifinale ha battuto 2-1 l’Inghilterra. Adesso sfida alla Francia in finale: tra le big europee manca solo il confronto diretto con la Spagna, che però l’Italia ha battuto (con una vera e propria lezione di calcio) negli Ottavi di Finale di Euro 2016 qualche settimana fa.
Nell’estate 2014 è stato acquistato dall’Udinese, e nelle ultime due stagioni ha impressionato tutti nel torneo Primavera (20 presenze e 1 gol due anni fa, 19 presenze e 1 gol lo scorso anno). A marzo ha compiuto 19 anni, eppure può già vantare 30 presenze ufficiali con la maglia della Nazionale (10 con l’Under-17, 5 con l’Under-18, 15 con l’Under-19). Ha debuttato nell’Under 19 ad appena 17 anni, prestissimo rispetto ai compagni di squadra che a quell’età sono ancora nelle selezioni più giovani, e nelle 15 partite ufficiali con la maglia azzurra Under-19 ha anche segnato due reti. Adesso è titolare fisso della Nazionale che ha conquistato la finale degli Europei, e per lui si prospetta un grande futuro.
Sono tanti i “figli del Sant’Agata” di ultimissima generazione che stanno facendo molto bene: basti pensare a Leonardo Loria, il “portierone” di 17 anni (192cm) che proprio in questi giorni sta partecipando alla tourneé della Juventus in Australia, con la prima squadra, tra i convocati di mister Allegri. Anche lui è stato scoperto da Salvatore Laiacona a Custonaci, in un polveroso campo di terra battuta nelle campagne di Trapani. Alla Reggina è diventato un uomo, prima che un calciatore, migliorandosi moltissimo grazie ad una professionalità eccezionale. Sempre di quest’ultima generazione di talenti amaranto, nell’orbita delle big ci sono anche i vari Gjuci (Torino), Lancia (Sampdoria), Mazzone (Pescara), Cataldi (Chievo) e Scionti (Entella). E’ il risultato del lavoro d’eccellenza del Centro Sportivo Sant’Agata, era la base dei grandi successi della Reggina che oggi è costretta a ripartire da zero ma non può perdere la propria memoria. Perchè questi ragazzi magari diventeranno campionissimi o forse no (poco importa), ma comunque avranno sempre Reggio nel cuore. Ed è giusto che sia un amore reciproco, a vita.