Dopo le operazioni contro la ‘Ndragheta, che hanno interessato i giorni scorsi, Cgil-Cisl-Uil si complimentano con il lavoro di Cafiero De Raho e chiedono al governo di poter potenziare le strutture di giustizia nel nostro territorio
“La mafia non dichiara guerra ma tende al condizionamento delle persone fisiche che impersonano le istituzioni perché la loro attività pubblica venga dirottata dal fine del bene comune all’interesse proprio dei gruppi mafiosi. Questa è la normale via attraverso cui la mafia cerca e trova la sua supremazia”. (P. Borsellino)
“…la ndrangheta non esiste più…la ndrangheta fa parte della massoneria. Ora è rimasta la massoneria e quei quattro storti che ancora credono alla ndrangheta.”
Questo passaggio, tratto dalle intercettazioni, rappresenta il senso oscuro e profondo di qualcosa che ha invaso la società reggina da troppo tempo. Ed allora giunga un plauso forte, convinto e di grande stima alla Procura di Reggio Calabria, a coloro i quali hanno saputo e voluto accendere “la luce”, incuranti dei pericoli e capaci di andare oltre le difficoltà ambientali, che hanno minato, e minano, ogni passo del loro cammino : Cafiero De Raho, una vera benedizione per Reggio Calabria, un dono che accogliamo ben volentieri con estrema gratitudine. A lui e ai magistrati della Procura di Reggio Calabria va il nostro sentito ringraziamento, per il lavoro di pulizia che hanno avviato e che non conosce confini, neanche quelli della zona grigia, confini che poche volte sono stati valicati in riva allo Stretto.
Colpire gli ‘invisibili’, l’Antistato che diviene Stato, è un passo fondamentale per la realizzazione della rivoluzione culturale che CGIL-CISL-UIL hanno propugnato e invocato, da ultimo durante l’incontro del 26.02.2016 che aveva come titolo “Reagiamo uniti contro l’offensiva della ndrangheta”. In quell’occasione abbiamo detto basta e abbiamo invitato tutti a fare la propria parte, senza se e senza ma, nel contrasto ad ogni forma di criminalità che attanaglia il nostro territorio e impedisce qualsiasi forma di sviluppo sociale ed economico. E’ evidente, infatti, che l’eliminazione e il condizionamento di questo cancro non passa soltanto attraverso la via repressiva. Un esempio di rivoluzione culturale potrebbe realizzarsi per mezzo di un rafforzamento concreto della previsione normativa che veda l’alternanza scuola – lavoro realizzata a pieno, nonché la necessità di una definizione di piani di studio che abbiano al centro la cultura della legalità legata al mondo del lavoro. I nostri giovani,le donne, i pensionati, i lavoratori, i disoccupati, le aziende, le istituzioni, hanno bisogno di liberarsi dalle catene di schiavitù, che loschi personaggi cercano di stringere intorno alle nostre caviglie e alle nostre menti : attendiamo fiduciosi di conoscere chi e come ruota intorno a questa organizzazione parallela.
Richiamiamo, ancora una volta, il Governo centrale ai propri doveri, ad intervenire in modo deciso, per fornire supporto, in termini di risorse, mezzi ed uomini, alle strutture di giustizia nel nostro territorio di frontiera : la battaglia sta divampando furiosa ed ognuno deve essere al proprio posto di combattimento. Il Sindacato reggino si stringe forte intorno al Procuratore di Reggio Calabria, ai magistrati, alle forze dell’ordine e a tutti coloro che sono in prima linea, compresi i tanti amministratori locali onesti, capaci di nobilitare la parola Politica e di essere un argine alle azioni di invasione di campo.