Reggio Calabria, la grande preoccupazione per la città metropolitana “C’era una volta un catanzarese, un cosentino e un reggino”

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stretto-di-messina1“Comprendo la preoccupazione di Enzo Bruno, presidente dell’Upi Calabria, condivido il suo grido d’allarme rivolto ai parlamentari calabresi e alla Regione, e ribadisco che siamo tutti schierati dalla stessa parte a lottare contro la malsana gestione di una riforma, la Delrio, che ha già provocato danni a tutto il territorio calabrese”. Lo afferma in una nota Giovanni Verduci Vicepresidente e Assessore al Bilancio della Provincia di Reggio Calabria.

“Mi chiedo, tuttavia, se il Presidente dell’Upi sia più preoccupato dei tagli alle Province calabresi o dispiaciuto per quello che, sicuramente perché distratto o male informato, ritiene sia un salvacondotto per la Città metropolitana di Reggio Calabria. Sembra quasi quella barzelletta che, giocando sulla rivalità tra territori, vuole i calabresi più interessati al male altrui che al bene proprio. In realtà, posso liberare il Presidente dell’Upi Calabria da questo equivoco affermando che anche la Città  metropolitana di Reggio Calabria ha già subito, e ancora subirà,  una drastica diminuzione dei trasferimenti statali, pur mantenendo le stesse competenze ed essendo chiamata a garantire interventi e servizi coerenti, per qualità e quantità, agli anni precedenti. Mal comune mezzo gaudio, sarà contento il Presidente Bruno anche se, sinceramente,  avremmo preferito non condividere questa sventura della Riforma Delrio che, ormai da tempo, critichiamo, lottiamo, cerchiamo di limitare negli effetti nefasti sul territorio e la comunità reggina”. 

“Ognuno fa i conti nella proprie tasche e, conoscendo i dati del Bilancio dell’Ente che ancora amministriamo per come previsto dalla norma di riferimento, posso certificare  i vari contributi alla finanza locale richiesti dal Governo centrale che per noi Provincia/Città Metropolitana di Reggio Calabria sono quantificati in 14 milioni di euro per il 2015, ben 23,5 milioni per il 2016 e saranno ben 32 milioni per l’anno 2017, in più, con decreto del 1 giugno 2016, sono stati aggiunti ulteriori 2 milioni per il 2016. Quasi 72 milioni di euro in parte “tagliati” nei trasferimenti, in parte prelevati quasi forzatamente dal Bilancio del nostro Ente, uno dei più virtuosi in Italia grazie alla buona ed oculata amministrazione del Presidente Giuseppe Raffa e, ancora prima, dell’avvocato Giuseppe Morabito. La riorganizzazione del sistema burocratico, una drastica riduzione e razionalizzazione della spesa e il recupero dei residui perenti presso i ministeri hanno consentito a Reggio Calabria di essere tra le uniche due Città Metropolitane in Italia ad aver rispettato il Patto di Stabilità, oggi Pareggio di Bilancio”.    

Nell’anno 2015 sono stati utilizzati ben 32 milioni di avanzo di amministrazione derivante dal rendiconto di gestione 2014. Sempre nello stesso anno, sono stati erogati ben 16 milioni di trasferimenti ad enti, comuni, associazioni e parrocchie. E’ stato approvato il rendiconto di gestione 2015 con ben 41 milioni di avanzo di amministrazione ed una giacenza di cassa di ben oltre 94 milioni. Unica Provincia/Città Metropolitana che ha mantenuto tutto il suo personale in pianta organica, senza farlo transitare per motivi economici dalla mobilità, regolarmente pagato ogni mese, cosa che non è avvenuto altrove dove i dipendenti, esasperati, hanno protestato  più volte.   Purtroppo, a causa dei tagli ai trasferimenti e ai rigidi vincoli di bilancio che la normativa impone, limitando anche l’uso dell’avanzo, viviamo delle criticità che non abbiamo mai incontrato prima, che ci preoccupano seriamente e metteranno a rischio lo sviluppo e la sicurezza del nostro territorio già nei prossimi mesi. Avremmo preferito confermare quanto dichiarato in conferenza stampa dal Presidente dell’Upi Calabria, Enzo Bruno. Avremmo voluto fosse vero e reale quello scudo immaginato dal Presidente Bruno a protezione del nostro Bilancio. Ci vediamo costretti a smentire ma senza alcuna soddisfazione o gioia di farlo, consapevoli che servizi essenziali rischiano di essere seriamente compromessi“.

 

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