L’opera non sarebbe a carico delle casse comunali, ma sull’apertura di un altro svincolo nella zona sud è polemica. I residenti della nord lamentano: se sbagliamo uscita, noi finiamo a Villafranca
Ottanta negozi, duemilacinquecento posti auto, 700 possibili assunzioni per una struttura gigantesca con un’estensione di circa 89mila metri quadrati: dovrebbero essere questi i capisaldi del progetto che porterà alla nascita di un nuovo centro commerciale a Messina, dalle parti di Zafferia.
A più di dieci anni dalla presentazione ufficiale, l’idea avanzata nel lontano 2005 dal tandem Italcantieri Spa-Itc Iniziative Commerciali Srl torna in auge, grazie anche all’impegno garantito dall’Amministrazione Accorinti.
L’opera, patrocinata originariamente dall’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, necessita infatti di un accesso diretto dalla rete autostradale, condicio sine qua non per la realizzazione dell’investimento. Da qui l’idea di adeguare la rete nella zona sud, con un nuovo svincolo accessibile sia dall’A18 che dall’A20, per consentire ai consumatori di non imbottigliarsi nel traffico.
Sul Comune, almeno in teoria, non dovrebbe ricadere alcun onere finanziario, di là dal supporto amministrativo offerto a garanzia dei privati. Un’occasione ghiotta, dunque, per rivitalizzare il tessuto sociale cittadino, stimolando l’occupazione con nuovi investimenti a due anni dalla fine del mandato.
Le polemiche, però, appaiono puntuali sullo sfondo, perché l’ulteriore estensione a sud del perimetro urbano non viene accettata positivamente dai residenti della zona nord di Messina. Le lamentele sono note: chi vive sulla fascia tirrenica beneficia, al più, della tangenziale fino a Boccetta, per poi imboccare la strada Panoramica, in estate spesso ingolfata dal traffico. Sul versante opposto, invece, oltre allo svincolo di Messina Centro (zona ospedale Piemonte) c’è quello di Gazzi (fondamentale per il Policlinico), quello di San Filippo (zona stadio), quello di Tremestieri (porto) e adesso si ventila la possibilità del nuovo cantiere. Tanto basta per surriscaldare gli animi e spaccare in due l’opinione pubblica.