Domani 3 agosto alle ore 20:45 nel parco di Villa Piccolo, si esibirà il musicista, performer e regista Gianni Gebbia
Musica, cinema e pittura sono gli elementi alchemici della serata a Villa Piccolo offerta dall’Associazione Parthenia che presenta quest’anno un unico concerto-evento con un artista d’eccezione, il poliedrico musicista, performer e regista Gianni Gebbia.
L’appuntamento, in programma mercoledì 3 agosto alle ore 20,45 nel parco di Villa Piccolo (Strada Statale 113, km. 109), è contenuto nel progetto “Nebrodi Itinerari Musicali” e nell’ambito della rassegna “Le Porte del Sacro – Ingressi di Paesaggi 2016”, promossa dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.
Il titolo dell’evento è “Il Soffio di Pan” e vuole essere un omaggio all’acquerello inedito dipinto dal barone Casimiro, ritrovato da poco negli archivi della famiglia di Calanovella e che completa, come misterioso tassello mancante, la collezione degli acquerelli magici. La serata si aprirà con una performance musicale di Gianni Gebbia al sax soprano e allo Shinobue, seguirà la proiezione del film O’Tama Monogatari (La Storia di O’Tama) di cui lo stesso Gebbia è regista. Biglietto 6 euro. Inizio ore 20,45, si consiglia la puntualità.
Gianni Gebbia dopo essersi esibito a fianco di illustri solisti come Steve Lacy,Lindsay Dietmar Diesner e Rudiger Carl ha condotto una esplorazione personale del sax che lo ha portato ad esibirsi nei migliori festival specializzati in Europa, Usa e Giappone. La critica specializzata lo considera, al pari di Ned Rothenberg e John Butcher, uno dei massimi rappresentanti dell’improvvisazione appartenenti alla seconda generazione degli improvvisatori europei. Il film O’TAMA MONOGATARI è una storia romantica basata sulla vita e l’opera della pittrice giapponese O’Tama Kyohara, moglie dello scultore palermitano Vincenzo Ragusa, che visse a Palermo per cinquantuno anni partecipando attivamente alla vita artistica e culturale della Palermo durante la Belle Epoque. La delicata tradizione pittorica giapponese che emerge dalle opere di O’Tama e le correnti artistiche di fine Ottocento in Italia con le quali la pittrice si è trovata a raffrontarsi creano una sintesi molto affascinante tra Oriente ed Occidente.