La città dimostra ancora una volta di non conoscere le norme basilari della convivenza civile, abbandonando per strada sacchetti di escrementi animali
Probabilmente anche stavolta il problema è del mondo dell’istruzione. Evidentemente gli asili non sono più quelli di una volta. Sì, perché era all’asilo che si iniziava ad insegnare le regole base della convivenza civile: buttare la carta a terra è sbagliato, non si passa col rosso, il contenitore verde è per il vetro, quello blu per la plastica… Qualcosa poi dev’essersi inceppato, almeno a Reggio Calabria.
In parte è colpa della mancanza di appositi cestini che in qualsiasi altra parte d’Italia possono essere trovati in ogni angolo, ma per lo più è colpa di padroni che vorrebbero fare un salto di qualità e diventare persone civili ma proprio sul più bello non ce la fanno. Probabilmente camminare fino al cassonetto più vicino è un’impresa troppo tediante quando si è a passeggio per il centro città col proprio cagnolino.
Allora sorge spontaneo il dubbio: che differenza c’è tra un padrone che non si cura del fatto che il proprio cane sporchi il suolo pubblico e un padrone che capisce che il cane ha le proprie esigenze, raccoglie perciò i suoi escrementi e poi decide di sporcare lui di sua spontanea volontà lo stesso suolo pubblico? La risposta è semplice: nessuna. Entrambi sono esempi di degrado che umiliano la città, che per quanto si sforzi di riscattarsi, “è intelligente ma non si applica”.