L’appuntamento è il 25 agosto a Milazzo per il “Premio Adolfo Parmaliana” che celebra la libertà di stampa e di espressione
“Il suo testamento morale – continua l’Associazione Antimafie Rita Atria -, lasciatoci con la sua ultima lettera scritta prima del suo atto estremo di resistenza: ‘La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna, vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perche’ ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicita’ di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignita’ di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario.’, ci ‘obbliga’ a proseguire la sua opera, e l’istituzione del Premio alla liberta’ di stampa e di espressione, oltre a costituire il doveroso omaggio alla sua persona, rappresentera’ un presidio che vigilera’ contro chiunque, orchestrando richieste di risarcimento in sede civile ancora piu’ delle querele per diffamazione di carattere penale, intende produrre un effetto deterrente e dissuasivo nei confronti della libera informazione“.
“Il prossimo 25 agosto, a Milazzo all’interno dell’Atrio del Carmine, con inizio alle ore 19,30 si terra’ un convegno dal titolo “La liberta’ di stampa e di espressione? le inchieste delle donne”. L’impronta al femminile vuole porre l’accento sulle discriminazioni di genere ancora oggi fortemente presenti nella professione giornalistica. Le donne incontrano maggiori difficolta’ nell’accedere a posizioni apicali rispetto ai colleghi uomini“. Continua l’Associazione Antimafie Rita Atria. “Nonostante spesso siano piu’ qualificate a livello di formazione e titoli di studio, solo un’esigua minoranza raggiunge i massimi livelli della carriera giornalistica (direttrice, caporedattrice o dirigente nel pubblico impiego), rispetto ai colleghi uomini.”
Di tutto questo, con il coordinamento di Nadia Furnari, cofondatrice, attuale vicepresidente e anima dell’Associazione Antimafie Rita Atria, punto di riferimento dell’intera Associazione e di molte altre persone impegnate nell’antimafia sociale e nelle battaglie per l’affermazione dei diritti LGBTQI, se ne parlera’ con Graziella Proto, giornalista, ha una storia che la lega al giornalismo siciliano antimafia: un destino che non teme etichette, la rende una dei riferimenti di molti cronisti, non solo nell’isola. Dopo aver raccolto l’eredita’ de I Siciliani, fu eletta presidente della cooperativa subito dopo la morte di Fava, pagando in tutti i sensi l’onere della sopravvivenza e quelli del fallimento, nel 2006 ha fondato una societa’ editoriale Le Siciliane e ne dirige il bimestrale Casablanca, dal 2009 solo online. Un impegno che non si ferma nonostante le difficolta’, soprattutto economiche, lascino poco spazio alla speranza e piu’ alla consapevolezza che c’e’ bisogno di continuare. Interverra’ Palmira Mancuso, giornalista, dopo la laurea con una tesi sull’attivita’ giornalistica di Leonardo Sciascia, per la quale ha ricevuto il premio Mario Francese, ha frequentato l’IFG di Milano, dove ha avuto come maestri, tra gli altri, Enzo Biagi. Dalla Lombardia si e’ trasferita a Roma dove, dopo diversi periodi di stage nella redazione di Sktg24 ha seguito le cronache parlamentari e gli esteri per Agenzia Radicale e Quaderni Radicali. Co-Autrice del romanzo “Orme sulle Orme” (Armando Siciliano Editore) sul tema della donazione degli organi (i cui proventi sono stati destinati all’Aido) nel 2011 ha fondato il quotidiano online Messinaora.it di cui e’ direttora responsabile. Ci sara’ anche Alessia Candito, giornalista, dopo una lunga gavetta tra Spagna, Venezuela e Libano, ha deciso di tornare in Calabria. Ha scritto per diverse testate tra cui le agenzie di stampa Ansa (Madrid e Beirut) e Agi, il quotidiano venezuelano Ultima Noticias e il settimanale Carta. Ha collaborato con Rainews24 e la televisione panamericana Telesur. Esperta di cronaca giudiziaria e criminalita’ organizzata, ha realizzato inchieste su mafie e sistemi criminali. Attualmente scrive per il Corriere della Calabria e collabora con la Repubblica e l’Espresso. Per le sue inchieste e’ spesso finita nel mirino dei clan. Ed ancora: Grazia Bucca, fotoreporter, usa la sua macchina fotografica come strumento di denuncia sociale. Da sempre attivista impegnata su vari fronti e’ anche una dirigente dell’Arci. La sua mostra fotografica Bakur – Immagini di un popolo resistente (allestita all’interno dell’Atrio), provando a squarciare, almeno in parte, quel silenzio imposto sulle condizioni di un popolo perseguitato e “cancellato” dalle agende dei potenti del mondo, ha documentato una guerra nascosta ma non per questo meno sanguinosa. Una guerra anomala, combattuta da uno Stato dentro lo stesso Stato, dal governo turco contro la minoranza curda. Vive e lavora presso Studio Camera a Palermo. Ci sara’ Goffredo D’Antona, avvocato penalista del Foro di Catania riversa magistralmente nell’esercizio del suo lavoro, tutta la sua passione per l’impegno nel sociale prestando gratuitamente la sua attivita’ e la sua esperienza a movimenti, attivisti e cittadini comuni che lottano per il rispetto di diritti inalienabili di varia natura. Collabora da anni con l’Associazione Antimafie Rita Atria, con la quale condivide battaglie durissime come quella contro il Muos di Niscemi. Fra le tante sue iniziative ricordiamo la fondazione del “Legal Team”, un gruppo di avvocati, riconoscibili per le famose pettorine verdi, che dal 2009 vigila sul corretto svolgimento di molte manifestazioni e cortei. Al convegno seguira’, con inizio alle 21,30 lo spettacolo dell’attrice palermitana Stefania Mule’ “Il Sangue Limpido del Mare”, dedicato ad Adolfo Parmaliana e alla nostra compagna Simona Scibilia. Il format, firmato dall’Associazione Culturale ImmaginARTE, unisce piu’ linguaggi artistici in un unico respiro: letterario, cinematografico, teatrale e musicale nel quale viene affrontato l’attuale tema dell’immigrazione ma anche delle discriminazioni e degli stereotipi di genere. Un viaggio nella speranza e nel dolore, nella discriminazione e nell’amore, intrapreso da una ragazza che lascia l’Africa scappando dalla guerra in un barcone della disperazione ma una volta giunta, finisce stuprata e costretta alla prostituzione. In questo abisso nasce un amore con una “compagna di sventura” la quale, una notte, favorisce la sua fuga lasciandola andare verso il sognato viaggio di ritorno nella sua Africa. La sua migrazione diviene il simbolo di un nuovo viaggio verso la sua vera anima conquistata al durissimo prezzo della triplice discriminazione come profuga, come omosessuale e come prostituta, giurando a se stessa di non permettere mai piu’ che intrusi violino la sua vita. La performance, il cortometraggio, il libro appaiono come una fiaba delicata e passionale allo stesso tempo, dove musica, parole, immagini, divengono onde marine che portano ora al dolore ora all’amore ora alla scoperta ora ad un viaggio senza confini e alla battaglia di una donna alla conquista di se’ e dei diritti negati. Diretto e interpretato da Stefania Mule’. Alla chitarra: Paolo Scatragli. Costumi: Salvina Cordaro. Coordinamento tecnico multimediale ed effetti: Elastro Societa’ Cooperativa.