Reggina, brutta sconfitta all’esordio in campionato sul campo del neopromosso Fondi: pesante 3-1 ampiamente meritato
La Reggina ai raggi x: urgono numerosi interventi sul mercato per essere minimamente competitivi per la salvezza, mancano pochi giorni
Tutto il resto, è da rivedere. Il difensore centrale Kosnic e il bomber Coralli sono due grandi incognite. Senza ombra di dubbio sono i due calciatori più dotati, da un punto di vista tecnico, della squadra. Ma di Kosnic bisogna considerare le precarie condizioni fisiche: è arrivato e si è subito fatto male, non l’abbiamo ancora mai potuto ammirare (forse esordirà con la maglia amaranto nel derby contro il Messina), ma già negli scorsi anni è stato tormentato dai guai fisici. Non ha mai disputato un torneo intero da titolare, sempre a causa degli infortuni. L’anno scorso appena 11 presenze a Budapest, due anni fa 26 a Pisa. Per Coralli c’è l’incognita dell’età: ha 33 anni e l’anno scorso al Cittadella, sempre in Lega Pro, ha giocato da titolare soltanto 4 partite. Ma è stato comunque importante per la promozione dei veneti in B, subentrando 14 volte dalla panchina, realizzando 3 gol e 1 assist pesantissimi e mettendo la sua esperienza al servizio della squadra. La Reggina non deve fare un campionato di vertice, quindi ha deciso di puntare su di lui come punto di riferimento titolare in attacco. Potrebbe rivelarsi una buona idea ma al momento è e rimane una grande incognita. Di certo avrà bisogno di qualche settimana per entrare pienamente in forma e, come anche Botta, per inserirsi nei moduli di mister Zeman, non avendo svolto la preparazione con la squadra.
Tutto il resto (la difesa e gli esterni d’attacco) ha mostrato pesanti limiti. Ed è qui che bisogna assolutamente intervenire sul mercato se si vuole consegnare al mister un organico minimamente competitivo per la salvezza. Nel reparto arretrato, i due ex Messina De Bode e Cane hanno certamente un certo peso in un torneo il cui livello è quello della serie D. Ben altra cosa è la Lega Pro, come i dirimpettai peloritani (e tutti coloro che hanno seguito quel campionato) hanno avuto modo di constatare nel campionato di due anni fa, quello concluso con la retrocessione più brutta nel playout perso proprio con la Reggina. Nelle prime partite ufficiali di questa stagione hanno già palesato tutti i loro limiti. Sulle fasce bisogna affidarsi a Porcino e Maesano, giovani di belle speranze. Non è una follia puntare su di loro come titolari, ma serve pazienza perchè devono crescere e soprattutto dovrebbero essere supportati da due centrali di livello. Al centro invece la coppia dovrebbe essere Gianola (l’unico fin qui che è stato sufficiente) e Kosnic, ma visto quanto già scritto sopra senza ulteriori acquisti in difesa non si potrà dormire sonni tranquilli.
Così come non si può certo pensare di fare un campionato di Lega Pro con il 4-3-3 e con i due esterni d’attacco Oggiano e Carpentieri. Oggiano è un attaccante di 30 anni che ha militato tutta una carriera in Eccellenza e Serie D. La Reggina ha deciso di confermarlo anche in Lega Pro ma in queste prime uscite non è sembrato in grado di tenere il passo della nuova categoria. Carpentieri è un ragazzino di 19 anni, come sono tutti giovanissimi anche gli altri calciatori in organico che mister Zeman ha per adesso lasciato in panchina: Brunetti (21 anni), Tripicchio (20 anni), Bianchimano (20 anni), Lo (20 anni) e Lancia (19 anni).
Urgono, quindi, numerosi interventi sul mercato per consentire a mister Zeman di avere una squadra minimamente competitiva per la salvezza: due esterni d’attacco e due difensori (un centrale e un esterno). Altrimenti è inutile iniziare a sparare sulla croce rossa contro l’allenatore, se l’organico è di questo livello e quasi tutti i titolari sono arrivati dopo la fine della preparazione (su cui Zeman punta molto). Neanche Ancelotti, Ranieri, Conte o Mourinho potrebbero inventare chissà che con questi calciatori a disposizione e ogni allenatore va sempre giudicato esclusivamente in base alla squadra che allena.
L’obiettivo stagionale: salvezza se possibile evitando i playout
L’obiettivo stagionale è ovviamente la salvezza, se possibile evitando i playout. Significa mettersi 5 squadre sotto durante il campionato. Ma ad oggi si fa molta fatica ad individuare 5 squadre deboli al punto che la Reggina possa riuscire a scavalcarle. Sulla carta, le uniche “piccole” di questo torneo sono la Virtus Francavilla, la Vibonese e la Paganese. Vibonese e Paganese contro cui la Reggina è già andata sotto in Coppa Italia, a parità di condizioni (anche le avversarie erano ancora indietro con la preparazione e infarcite di giovani proprio come gli amaranto). Il livello di questa Lega Pro è altissimo, molto più del torneo in cui due anni fa la Reggina è riuscita a salvarsi soltanto ai playout pur avendo un organico di livello. Era una Reggina che aveva iniziato il campionato con Di Michele, Viola, Insigne, Rizzo e Dall’Oglio, poi l’ha concluso con Belardi, Cirillo, Benedetti e Zibert arrivati a gennaio. Ed era un torneo in cui le avversarie erano Vigor Lamezia, Savoia, Ischia, Aversa Normanna, Paganese, Martina Franca, Lupa Roma, Barletta, Melfi. Stavolta, invece, bisognerà vedersela con grandi piazze come Catania, Taranto, Siracusa, Akragas Agrigento, Fidelis Andria e Monopoli, che due anni fa non c’erano (e sono tutte squadre di livello), oltre a Foggia, Lecce, Cosenza, Matera e Casertana, tutte e 5 molto cresciute e molto più ambiziose di due anni fa sia dal punto di vista societario che sotto il profilo tecnico.
Ecco perchè sarà molto dura.
Che succede nello spogliatoio?
Fanno paura le parole del presidente Praticò e di mister Zeman a fine gara dopo la sconfitta di Fondi. Ai microfoni di Radio Touring 104, Praticò ha detto: “la squadra deve scendere in campo cercando di onorare la maglia, in questo campionato non si scherza. Bisogna dare tutto, altrimenti torneremo più di una volta con le pive nel sacco“. Zeman ancora più diretto: “mi aspettavo molto di più da gente come Carpentieri e Cane, che hanno nella corsa la loro arma migliore, ma che hanno tradito le attese“. Dopo l’addio al veleno con Roselli, è l’ennesima spia che segnala qualcosa che non va nello spogliatoio. Qualcosa di grande, se esponenti di spicco come Presidente e Allenatore non ne fanno mistero davanti ai mass-media, anzi, chiedono più impegno ai calciatori.
Se si torna in D (stavolta sul campo), chi la salva più la nostra Reggina?