Il Comitato per il No al Referendum di Azione Nazionale ha voluto spiegare i motivi del suo No al referendum costituzionale
Si è tenuta oggi nella sede di Azione Nazionale di Reggio Calabria, la conferenza stampa del Comitato per il No al Referendum. Infatti, proprio la Corte di Cassazione ha dato il via libera al tanto discusso referendum costituzionale relativo alla riforma Boschi-Verdini-Renzi. Il Referendum dovrebbe tenersi verso la fine di novembre. Nell’attesa di scoprire la data esatta, i diversi partiti animano la discussione con le loro campagne per il SI o il NO. Con il No al Referendum il governo del premier Matteo Renzi terminerebbe la propria corsa. Nonostante i cittadini siano bombardati dai vari gruppi politici, in pochi conoscono il vero contenuto di questo referendum. Il referendum costituzionale mira ad abolire il bicameralismo paritario, superando il meccanismo secondo cui le leggi debbano passare dalla Camera al Senato e facendo perdere numerosi poteri a quest’ultimo. Ancora il referendum porterà ad una riduzione del numero dei senatori da 315 a 100, i senatori saranno nominati dai vari consigli regionali, che saranno scelti in base a quanto espresso dagli elettori per i candidati eletti nei vari organi. I senatori a vita, invece, saranno legati al mandato del Presidente della Repubblica. Rimarranno senatori a vita, solo gli ex Presidenti della Repubblica. Ancora si mira a contenere i costi di funzionamento delle istituzioni, sopprimere il Cnel e procedere con la revisione del titolo V della parte II della Costituzione, con l’abolizione totale delle province, la modifica del quorum per l’elezione del presidente della Repubblica e l’aumento del numero delle firme necessarie per proporre un referendum.
Per questo tipo di referendum non sarà necessario raggiungere il quorum, ma vincerà l’opzione che avrà ottenuto la maggioranza dei voti. Tra i sostenitori del Si troviamo, ovviamente, esponenti del Pd, ma anche professori e studiosi della Costituzione. Secondo questi, la riforma potrebbe migliorare il sistema politico italiano. Per tanti altri costituzionalisti e per le opposizioni, il referendum porterà ad uno stravolgimento della Costituzione dando vita ad un nuovo autoritarismo. Il Comitato per il No di Reggio Calabria ha, quindi, deciso di tenere una conferenza nella sede di Azione Nazionale proprio per spiegare le motivazioni per il no. Presenti: l’avv. Oreste Romeo, la vicepresidente del comitato di An avv. Annamaria Curia, l’arch. Ersilia Cedro ed il delegato di Calabria Tricolore Marco Cascarano. Secondo la vicepresidente del comitato di An, il referendum è solamente “uno strumento per creare nuove scorciatoie. La riforma, infatti, intacca la funzione legislativa che sarà, così, esercitata solo dalla Camera dei Deputati; organo che non avrà la piena rappresentanza del voto popolare. Le leggi, infatti, saranno prese in esame solo da una nostra ristretta minoranza e da una sola camera, visto che il Senato diventerebbe un solo organo rappresentativo“. Ersilia Cedro spiega, infatti, quali saranno le modifiche che subirà il Senato. Questo infatti “ non potrà più votare la fiducia al governo, ma solo le leggi costituzionali, quelle legate alle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le leggi elettorali, i trattati con l’Unione europea e le leggi riguardanti i territori. Inoltre, nei 30 giorni successivi all’approvazione di una legge, il Senato potrà chiedere con una maggioranza assoluta alcune modifiche alla legge, che potranno essere accolte o respinte dal governo. Il Parlamento sarà formato da membri non eletti dai cittadini, ma da una casta. I costi, però, rimarranno uguali. Sarà previsto un enorme premio di maggioranza al partito vincitore, che darà vita ad un Parlamento in cui il premier sarà incontrastato“.
Per Marco Cascarano, il referendum è ” un referendum che non accettiamo. Questo è stato voluto solo ed esclusivamente dall’ex sindaco di Firenze ed è arrivato sul tavolo sotto forma di un plebiscito e non un referendum. Calabria Tricolore è nata per il popolo e con il popolo e all’interno decine e decine di ragazzi e professionisti gridano il No al referendum. A mio parere, la riforma non andrà in porto e probabilmente l’ex sindaco di Firenze tornerà a casa. Dobbiamo però lavorare tutti i giorni per contrastare lo strapotere del Pd. Dobbiamo tornare alla bella politica, al contatto con la gente per confrontarci e riattivare quell’entusiasmo nell’informazione. Noi non siamo quel tipo di realtà politica che dice no al referendum popolare senza motivo. Una parte importante è già stata modificata ed è stata modificato in un momento delicato cercando di coinvolgere tutte le parti politiche“. Per Oreste Romeo “il referendum porterebbe ad uno stravolgimento dell’assetto regionale e ad un sostanziale indebolimento. Dopo la dichiarazione di incostituzionalità del Porcellum, trovo improprio che, in violazione degli atti dello stato, noi abbiamo un parlamento votato con una legge elettorale dichiarata incostituzionale voglia votare una riforma alla costituzione. Il popolo italiano deve iniziare a riflettere nel merito di quello che comporta la riforma. Con la riforma, il principio della costituzionalità sarà svuotato. Verrà sempre e comunque penalizzato il corpo elettorale, soprattutto quello del meridione. Visto che sarà costretto a stringere ulteriormente la cinghia per potersi allineare con le cosiddette regioni “virtuose”. Verrà così meno il principio della coesione territoriale creando un ulteriore solco che viene scavato in un paese a doppia velocità. Anche per questo sento di rivolgere un appello proprio per acquisire un consenso informato a questa riforma“, conclude.