Tari a Reggio Calabria, il M5S si scaglia contro Falcomatà

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“Le scuse e le giustificazioni con cui il sindaco Giuseppe Falcomatà ha tentato di ingannare i cittadini di fronte ai crescenti costi della Tari si scioglieranno come neve al sole di fronte alle verifiche della Corte dei Conti. Meglio farebbe il sindaco metropolitano a ripensare le deleghe che ha assegnato al suo attuale assessore al Bilancio Armando Neri, e al responsabile dell’Ambiente, Zimbalatti, evidentemente incapaci di affrontare una questione così delicata come la gestione dei rifiuti”. È un duro attacco quello del Meetup Reggio 5 Stelle all’amministrazione Falcomatà. Fresco di vittoria delle elezioni metropolitane, il sindaco Giuseppe Falcomatà, per gli attivisti avrebbe “poco di che gioire, anzi – sottolineano – dovrebbe preoccuparsi. La gestione di raccolta e smaltimento rifiuti si è dimostrata disastrosa a livello cittadino, con un incremento dei costi per l’utenza, un servizio appena sufficiente per la raccolta generale e imbarazzante dal punto di vista della differenziata. Cosa succederà quando bisognerà pianificare il servizio su scala metropolitana?. Per gli attivisti, basta fare un paragone con Catanzaro per comprendere la mala gestio nell’intero settore. Nel comune capoluogo, che di certo non rappresenta un modello virtuoso di gestione dei rifiuti e conta solo metà degli abitanti di Reggio Calabria, la gestione dei rifiuti costa all’amministrazione 14.276.944,10 euro. A Reggio, il medesimo servizio costa 43.334.362,49 euro”. Di questi, spiegano dal Meetup Reggio 5 Stelle, solo circa 39 milioni saranno coperti dalle tasse dei cittadini. Per i restanti quattro milioni l’amministrazione si è applicata uno sconto, contando (o meglio sperando) sulla disapplicazione della penale regionale per il mancato raggiungimento della quota del 25% di differenziata. Ma non c’è nulla di certo al riguardo e tali costi detratti potrebbero gravare sul prossimo piano finanziario. Nonostante i proclami dei mesi scorsi, nel 2015 la percentuale di differenziata raggiunta si è vergognosamente attestata solo al 18%. Al riguardo, aggiungono gli attivisti di Reggio 5 Stelle, c’è da ricordare che tale pessimo risultato ha causato un aumento dei costi di trattamento e smaltimento rifiuti, nello specifico della tariffa di smaltimento rifiuti(TSR)da corrispondere alla Regione Calabria, di € 1.314.720,00. Ma la differenziata rimane un punto dolente dell’amministrazione Falcomatà anche per il 2016– affermano gli attivisti del Meetup reggino – se è vero che la Giunta non ha fatto altro che abbassare previsioni e impegni. Per il 2016, la percentuale di raccolta differenziata “auspicata” è del 32%, ma sarebbe stato sufficiente prevedere un obiettivo del 35%(soli 3 punti in più) per far risparmiare ai cittadini circa 820 mila euro. Ma a febbraio, i proclami della Giunta, certificati nel DUP 2016-2018, approvato con delibera consiliare il 26 02 2016, erano ben altri. All’epoca, l’obiettivo per il 2016 era del 40% di differenziata. Sono bastati pochi mesi, perché scendesse di 7 punti. E a dicembre cosa succederà? Quale sarà la reale percentuale?. Un servizio – aggiungono i gli attivisti – non solo insufficiente, ma anche estremamente costoso e che aumenta di anno in anno. Dal pef, si registra un del tutto ingiustificato aumento di circa 2 milioni del costo del servizio, che oggi tocca cifra 7.297.747,42 euro, cui vanno aggiunti €602.615 di trattamento e riciclo. Ma il Meetup non si tratta dell’unica voce in bilancio volutamente “misteriosa”. “Ulteriore spesa assolutamente ingiustificata – sottolineano gli attivisti – è quella raggruppata alla voce “Costi comuni diversi”, per la modica cifra di 10.098.016,17. All’ignaro cittadino che si mette in fila per pagare, bisognerebbe spiegare che si tratta di fondo rischi crediti, interessi mutui passivi e crediti inesigibili (e sarebbe auspicabile capire da dove provengano, come promuovere azioni di risarcimento nei confronti degli eventuali responsabili), ma soprattutto come mai il totale sia superiore di oltre 7 milioni rispetto al 2015”. Per gli attivisti di Reggio 5 Stelle, “l’amministrazione Falcomatà si è rivelata capace non solo di far lievitare i costi, senza un relativo miglioramento del servizio, ma anche di dimenticare di inserire sgravi previsti, con ulteriore aggravio per i cittadini. Nel Piano finanziario 2016, inoltre, non è stato previsto lo sgravio per la c.d. ecotassa, non corrisposta dal comune nel 2015 alla Regione, ma anticipata in previsione dai cittadini lo scorso anno, per € 1.018.549,44. Tale costo, come detto, già corrisposto dai cittadini con la Tari 2015, non è stato di fatto sostenuto lo scorso anno dall’Ente comunale a favore della Regione, se è vero che nel medesimo pef si attesta il mancato conferimento del tal quale in discarica. Delle due, l’una: o non è vero, o ai cittadini è stato imposto di pagare costi non sostenuti, che quindi andrebbero restituiti alla collettività, detraendoli dalla nuova tassazione. Scelga Falcomatà per cosa arrossire”. In conclusione, dicono dal Meetup, “alla luce di questo sintetico ma devastante quadro, non possiamo che chiederci se il Pef sia stato usato per occultare passività che dovrebbero essere invece inserite nel bilancio comunale, esponendo il Comune a rischio dissesto. I cittadini stanno coprendo con le proprie tasse quelle spese che l’amministrazione non saprebbe altrimenti come sovvenzionare?”. Per gli attivisti del M5s, “si tratta di una domanda grave e seria, che Falcomatà da tempo elude, ma cui è ora che si degni di rispondere”.

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