Maltempo, frane a Reggio Calabria: il geologo Postorino illustra i dettagli degli interventi [FOTO]

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StrettoWeb

frana-7Torna la stagione delle piogge, delle alluvioni e dei dissesti idrogeologici che interessano annualmente la città di Reggio Calabria. In questi giorni, infatti, la forte pioggia è stata responsabile di una importante frana che ha occupato la strada che conduce a Rosario ValanidiL’interruzione ha lasciato le frazioni di Candico, Rosario Valanidi e Trunca senza un collegamento con la città di Reggio Calabria, dalle 20 di ieri sera fino alle ore 11:30 di questa mattina. Vincenzo Postorino, geoloco del Comune, ha spiegato ai microfoni di Strettoweb, i motivi per cui si verificano tali episodi, il perchè non si è agito nell’immediatezza e quali saranno gli interventi al riguardo sotto l’attento imput dell’assessore Angela Marcianò, visto e considerato che episodi di tale portata vi saranno ogni volta che si verificheranno eventi meteorologici di una certa intensità. “E’ vero siamo intervenuti tardi, ma purtroppo non esiste un fondo per le emergenze che ci consente di incaricare una ditta per agire nell’immediatezza“. “In questo caso è accaduto che, essendo valloni con una certa pendenza, a causa delle piogge il materiale sull’alveo, indebolendosi, è venuto giù. Il sottopasso stradale, occludendosi, ha fatto si che i detriti occupassero la strada“. Nonostante i diversi interventi operati per ridurre il rischio idrogeologico, come quello che ha interessato la scarpata tra Mosorrofa e San Salvatore dove si è intervenuti con la ripulitura dell’area e l’installazione di una rete di protezione o come quello che si sta concludendo nel tratto tra Bovetto e Aretina, gli eventi franosi continuano a ripetersi.

frana-2Perché? “Il territorio è troppo vasto. Piano piano, grazie agli interventi di mitigazione, si stanno verificando sempre meno eventi, ma non possiamo di certo dire che il problema è stato risolto. Gli interventi da fare sono tantissimi, ma il territorio è molto vasto. Gli eventi franosi si verificano perché tutte le zone che vanno verso le montagne sono nate come mulattiere e purtroppo sono “cresciute male”. Mi spiego: cinquanta-sessanta anni fa nell’asfaltare si sono dimenticati di prevedere protezioni a monte o a valle, le cunette non sono state fatte per bene, le pendenze erano al contrario e quindi di volta in volta ci troviamo dinanzi a problemi che richiedono somme abbastanza elevate. La strada per Valanidi se la si percorre in tempi non sospetti è bella, però poi accadono queste cose. All’interno di Oliveto vi sono state altre piccole frane dovute al fatto che queste zone erano prime valloni, che sono state trasformate in strade in cui è stato costruito senza nessun tipo di criterio. La gente, quindi, ha trasformato i valloni dove scorreva l’acqua in strade. Quando vi sono eventi meteorologici intensi cadono i detriti anche perchè a monte la strada è stata asfaltata fino ad un certo punto“. “Eppure tante zone vivono questi disagi basti pensare al quartiere di Catona dove detriti e altro materiale scende direttamente da Arghillà, zone ricche di valloncelli trasformate poi in strade o ancora il Vallone Croce o il Vallone Petrara, dove l’area di Cardinale Portanova, prima degli interventi che hanno permesso di convogliare l’acqua, era sempre piena di terra e detriti“, continua Postorino. Riparare i danni passati è difficile e richiede tempo e denaro, in una città che annualmente è costretta a vivere disagi e problematiche causate dalla forze della natura che l’uomo non è riuscito a placare o che in alcuni casi ha “rafforzato” costruendo male, troppo anche dove non era previsto. 

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