Ponte sullo Stretto, ecco perchè adesso Renzi merita fiducia (e sostegno)

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Ponte sullo Stretto, l’annuncio di Renzi e la concreta possibilità di realizzare l’attesissima grande opera del Sud

Italian PM Renzi visits the yard of the New Convention CenterAdesso Matteo Renzi merita fiducia e sostegno: il premier finalmente si è sbilanciato in modo ufficiale e definitivo sul Ponte sullo Stretto, annunciando l’intenzione di realizzarlo dopo anni in cui non si era mai detto contrario, ma anzi si è gradualmente avvicinato preparando il terreno a quest’annuncio tanto atteso. Il sogno della realizzazione del Ponte ha una storia antichissima, che l’ultima volta si era arenata poco meno di quattro anni fa, nel dicembre 2012 su scelta del governo Monti che aveva deciso di stoppare la realizzazione del Ponte che negli anni precedenti era stato fortemente voluto da Berlusconi fino all’approvazione ufficiale del progetto definitivo di appena cinque anni fa (30 luglio 2011). Con l’avvento di Renzi al governo, l’attuale premier s’è sempre avvicinato al “Sì” e non si è mai detto contrario: ecco perchè il suo è un annuncio assolutamente coerente con una visione politica per forza di cose volta al progresso e allo sviluppo, favorevole alla realizzazione di infrastrutture e grandi opere (a cui Renzi non è mai stato contrario).

I beceri “No” politici dei “falchi” del centro/destra e dei soliti patetici nostalgici comunisti

D'Alema 1999Si fa fatica a trattenere i conati di vomito ascoltando le dichiarazioni di alcuni esponenti politici ideologicamente agli antipodi, ma oggi accoppiati in una nuova vergognosa battaglia “no-ponte”: da un lato i “falchi” del centro/destra guidati dal prode Brunetta, dall’altro i soliti patetici nostalgici della fallimentare dottrina falce e martello. Così Civati e D’Alema in coppia hanno reagito all’unisono, accusando Renzi di “fare un tributo a Berlusconi per i suoi 80 anni“. Come se il Ponte fosse un timbro berlusconiano. Come se qualsiasi cosa avesse sostenuto e supportato Berlusconi fosse sbagliata a prescindere. Come se possiamo decidere il futuro del nostro Paese in base a chi dice cosa e a chi decide di andargli contro per odio personale. E i falso-comunisti del terzo millennio, evidentemente, sono ancora oggi ossessionati da Berlusconi che compie 80 anni e si è completamente tirato fuori dall’agone politico ormai da tempo. Sono passati oltre 5 anni da quando Berlusconi non è più al governo: dopo le sue dimissioni del 2011 si sono alternati tre premier (Monti, Letta, Renzi), due Presidenti della Repubblica (Napolitano e Mattarella), decine e decine di Ministri. Nessuno eletto dal popolo: Berlusconi resta l’ultimo prodotto della democrazia italiana, ma questa è un’altra storia. Berlusconi non c’è più (politicamente parlando) ma i fantomatici eredi del comunismo lo vedono ancora ovunque, praticamente ne sono perseguitati, al punto da smentire se’ stessi. Perchè D’Alema nella sua carriera politica era stato, negli anni ’90, uno dei più forti sostenitori della realizzazione del Ponte sullo Stretto: uno dei passaggi decisivi per il progetto del Ponte è datato 1999 con l’ok del Cipe, presieduto proprio dall’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema.

Renato BrunettaDall’altro ci sono i “falchi” del centro/destra. Coloro che, guidati da Brunetta, hanno deciso di andare contro Renzi e il suo governo qualsiasi cosa il premier proponesse. Fosse anche la pace nel mondo, la cura delle malattie, l’elisir di eterna giovinezza, la ricetta per l’immortalità. E così esponenti politici che fino a pochi anni fa hanno fatto una battaglia pro-ponte, adesso si trovano nell’imbarazzante posizione del “no-pontismo”, insieme ai comunisti, insieme ai trogloditi, insieme ad Accorinti e ai pochi che ancora oggi nel 2016 pensano che quei tre miseri chilometri che separano Calabria e Sicilia possano rimanere privi di un collegamento stabile in un Paese che si ritiene normale e moderno.

La normalità del Ponte sullo Stretto: ecco perchè non è una “grande opera”

ponte-stretto-15Una tra le posizioni più lucide e brillanti espresse negli ultimi tempi sul Ponte sullo Stretto è arrivata dal Presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che il 13 marzo ha risposto alle domande di Maria Latella su SkyTg24 affermando che “Non e’ che possiamo non fare le opere pubbliche perché c’è il rischio di infiltrazioni della criminalità. Uno Stato serio lavora perché la criminalità non si infiltri. Finché qualcuno pensa che le cose non vanno fatto perché c’è il rischio della criminalità e della corruzione non saremo uno Stato credibile. Inoltre tra Calabria e Sicilia c’è una distanza brevissima, non mi sembra un’opera faraonica“. Il Ponte va visto proprio in quest’ottica: un’opera normale, che unisce due terre vicinissime. Non c’è bisogno di andare negli USA, in Canada, Cina, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Giappone o altre super-potenze mondiali per ammirare opere tecnologiche e ingegneristiche molto più imponenti del Ponte sullo Stretto.

terzo-ponte-bosforoBasterebbe guardare alla vicina Turchia, di cui tanto ci piace riempirci la bocca contro il “terribile despota” Erdogan esaltando una nostra fantomatica superiorità. Ma superiorità di cosa? La Turchia è un Paese che è sceso in piazza e ha sacrificato vite umane per salvare la propria, di democrazia, e tutelare il suo Presidente democraticamente eletto, mentre in Italia è da cinque anni che non abbiamo un premier eletto e se probabilmente arrivasse qualcuno ad attentare la nostra democrazia, anziché schierarci dalla parte dello Stato rimarremmo indifferenti a guardare cosa succede pronti ad inchinarci al nuovo padrone di turno. E in quella Turchia che riteniamo inferiore, ogni anno realizzano e inaugurano Ponti che a quello dello Stretto fanno un baffo: il terzo del Bosforo è stato inaugurato pochi giorni fa (vedi foto), ed è fantastico. Noi, forti della superiorità di un passato glorioso, siamo fermi a zero.

ponte-stretto-18Ma se lo Stretto anziché separare Calabria e Sicilia, fosse stato tra Veneto e Lombardia o tra Piemonte e Liguria, il Ponte sarebbe già in piedi non oggi, ma da almeno 50 anni e forse anche di più. E’ un’opera normale, ovvia, tecnicamente anche superata dalle tecnologie ultramoderne del terzo millennio. Eppure adesso dobbiamo prepararci a ricominciare ad ascoltare le solite clamorose baggianate sul “ponte che non si può fare perchè è in zona sismica, perchè Calabria e Sicilia si allontanano, perchè il fondale è profondo, perchè è a campata unica, perchè c’è vento, perchè questo e perchè quell’altro.

ponte-stretto-21Tutte clamorose bufale a cui la scienza ha già risposto: il Ponte sarebbe capace di resistere a scosse di terremoto fino a magnitudo 7.1, superiori a quella del 1908. Come tutti gli altri grandi ponti del mondo. Piuttosto preoccupiamoci delle nostre case, perchè se ci fosse il Ponte a Reggio e Messina in caso di terremoto sarebbe una delle poche cose a rimanere in piedi. E l’antisismicità delle nostre case non dipende dalla politica o dai soldi, ma dall’abusivismo e dalla cultura dell’illegalità che imperano sul territorio. Perché anche le case realizzate nel rispetto delle norme rimarrebbero tranquillamente in piedi con qualsiasi tipo di scossa. Da un punto di vista ingegneristico, il Ponte avrebbe la sua elasticità strutturale, come tutti i ponti del mondo, quindi non sarebbe un problema l’esiguo movimento che ogni secolo tende ad allontanare Calabria e Sicilia di miseri, impercettibili, dieci centimetri. Dieci centimetri ogni cento anni. Significa un centimetro ogni dieci anni. E neanche il vento provocherebbe problemi: si potrebbe percorrere il Ponte anche quando lo scirocco oggi costringe i traghetti a rimanere fermi nei porti isolando la Sicilia dal resto del mondo, e la Calabria dalla Sicilia. Come se quei tre chilometri fossero un Oceano ai tempi pre-colombiani.

L’A3 Salerno-Reggio Calabria verso il definitivo completamento: è stata ammodernata esclusivamente in funzione del Ponte

viadotto favazzina01Mancano meno di tre mesi al definitivo completamento della nuova A3 Salerno-Reggio Calabria, che verrà inaugurata dallo stesso premier il 22 dicembre. Coloro che sono ancora scettici di fronte a quest’annuncio dovrebbero mettersi al volante da Salerno a Reggio Calabria (o viceversa) e percorrerla, la nuova A3, in gran parte già realizzata. E’ un’autostrada veloce, sicura, avveniristica, a tratti persino bella, con opere di alta ingegneria (ponti, gallerie, viadotti) e con pochissimi chilometri di cantieri, che verranno completati appunto nei prossimi tre mesi. Questa nuova autostrada è proprio figlia del Ponte. Fu Berlusconi, con la legge obiettivo n° 433 del dicembre 2001 (uno dei primi provvedimenti del suo governo) ad investire svariati miliardi di euro per realizzare la nuova A3 Salerno-Reggio, mettendo fine alla barzelletta del Sud e completando oggi, dopo mille difficoltà, per la prima volta dopo lunghi decenni, quella che è stata una delle autostrade più penose d’Europa. Ma oggi non lo è più. Soltanto grazie al Ponte. Perché quel provvedimento fu votato in parlamento perchè “opera propedeutica alla realizzazione del Ponte sullo Stretto“. Senza l’idea del Ponte, oggi non avremmo neanche la nuova A3. E pensare che c’è ancora chi addossa al Ponte (che non c’è) tutte le responsabilità del degrado del territorio: in realtà ha già portato sviluppo e ammodernamento senza neanche l’inizio dei lavori di cantiere…

Ponte sullo Stretto, il “Sì” di Renzi e l’ok delle pecorelle piddine

falcomatà (3)Se da un lato abbiamo stigmatizzato i beceri opportunismi di chi dice “No” soltanto per andare contro Renzi, dall’altro potremmo fare la stessa considerazione di tipo politico su coloro che al contrario oggi annuiscono al premier e si riscoprono “Pro-Ponte” dopo anni di battaglie contro questo progetto, quando a proporlo era Berlusconi. Ma preferiamo guardarla sotto un altro punto di vista, perchè siamo convinti della straordinaria bontà della realizzazione del Ponte e quindi non possiamo che apprezzare se qualcuno cambia idea (per qualsiasi motivo) e si riscopre da questo lato della barricata (cioè dalla parte giusta). E’ la prima vittoria di Renzi che con il suo “sì” ha portato dalla nostra parte tutto il gregge piddino che lo segue qualsiasi cosa dica e faccia, soprattutto tra i rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali ben consapevoli che il loro destino politico e amministrativo è nelle mani del premier. Non bisogna andare molto lontano: Falcomatà a Reggio e Bianco a Catania sono due sindaci delle due città più grandi e importanti vicine al Ponte, dopo Messina. Ed entrambi, dopo anni di lotta no-pontista, adesso hanno plaudito all’annuncio del premier riscoprendosi per il “Sì”. Ben venga, quindi.

Ponte sullo Stretto, ecco perchè Renzi merita fiducia e sostegno: quattro motivi per spiegare che non è uno spot elettorale

ponte-stretto-23Adesso Renzi merita fiducia. Ci sono almeno 4 validi motivi per prendere per buono il suo annuncio e rispondere allo scetticismo di chi ritiene sia soltanto uno spot elettorale in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Innanzitutto l’idea: Renzi non è mai stato contrario al Ponte. Ha preso tempo, ma negli ultimi due anni si è sempre via via avvicinato a questo Sì. Aveva già preparato il terreno per il grande annuncio, quando i tempi sarebbero stati maturi. Quando l’A3 Salerno-Reggio Calabria sarebbe stata ultimata. Quando il Paese si poteva considerare nuovamente in crescita, seppur lieve, seppur inferiore alle attese, ma non certo nella drammatica crisi di qualche anno fa. Il “Sì” di Renzi è coerente con le sue idee politiche e il suo percorso amministrativo. Anche noi saremmo stati scettici se Renzi fosse stato sempre contrario e adesso, alla vigilia del referendum, si fosse alzato una mattina a dire “Sì al Ponte”. Ma Renzi non si era mai detto contrario e negli ultimi due anni già più volte aveva detto che era sua intenzione rilanciare la grande opera del Sud, quindi è logico immaginare che anche senza il referendum, oggi sarebbe comunque arrivato questo suo annuncio (nel contesto in cui è arrivato, cioè a Milano durante le celebrazioni per il 110° anniversario della Salini-Impregilo, orgoglio dell’industria italiana e costruttore del Ponte).

ponte-stretto-2Inoltre che Renzi annunci il “Sì” al Ponte per ottenere più voti al Referendum è tutto da dimostrare. Anche i più ferrei oppositori al premier converranno nel fatto che non è uno stupido, e prima di essere certi che l’annuncio Pro-Ponte porti più consensi, sarebbe opportuno fare alcune riflessioni. Con queste dichiarazioni Renzi vede ulteriormente acuirsi la spaccatura interna al suo partito con le frange più estreme, con gli eredi del comunismo, con coloro che hanno deciso di annullare tutti i loro valori politici in un unico credo: l’antiberlusconismo a vita. Dall’altro non è che al Sud ci sia questa schiacciante maggioranza di favorevoli al Ponte, pronti ad affidarsi a Renzi dopo il suo annuncio. Anzi. Impera lo scetticismo e la rassegnazione, culturalmente il partito dei “no” (quello a 5 stelle guidato da Beppe Grillo) riesce oggi ad intercettare meglio di ogni altro lo stato d’animo di un Paese spento e apatico, capace soltanto di opporsi a tutto senza indicare soluzioni (vedi vicenda delle Olimpiadi di Roma 2024). Quindi che Renzi guadagni voti dicendo Sì al Ponte è tutto da dimostrare, e questo è il secondo motivo per cui riteniamo che il premier meriti fiducia.

Terzo motivo, la tempistica. Renzi non ha annunciato il suo Sì la sera prima del referendum, nell’ultimo comizio, o pochi giorni prima. Anche in quel caso sarebbe stato lecito avere qualche dubbio. Ma l’annuncio è arrivato due mesi e dieci giorni prima del referendum. Due mesi e dieci giorni in cui c’è tutto il tempo utile per rilanciare il progetto anche ufficialmente, prima del referendum, confermando queste parole con fatti concreti anche in parlamento.

ponte-sullo-stretto-renzi-prima-o-poi-si-fara-1Infine, ultima considerazione: il 4 dicembre si voterà per il referendum costituzionale. In gioco c’è – nella peggiore delle ipotesi – un anno di governo, perchè comunque anche se vincesse il “Sì” e Renzi riuscisse ad imporre la propria linea e la propria riforma, il governo rimarrebbe in carica appunto un altro anno prima delle prossime elezioni politiche, quando si vota un governo che può rimanere in carica 5 lunghi anni. Insomma, un anno di governo non è tantissimo e vale la pena – ammesso che si abbia il dubbio – anche di rischiare di essere presi in giro. Perché tra le altre parti politiche, non c’è nessuno oggi che potrebbe realizzare il Ponte sullo Stretto, se non Renzi. Andassero al governo i grillini, come hanno detto “No” alle Olimpiadi, direbbero subito “No” al Ponte (riscoprendosi per la seconda volta d’accordo con le idee che tanto hanno criticato dei tecnici guidati da Mario Monti). E se andasse al governo di nuovo il centro/destra (cosa molto poco probabile alla luce dell’attuale situazione politica del Paese), la componente salviniana, tanto populista quanto il grillismo ma con l’aggravante della componente razziale nei confronti del Sud, impedirebbe ogni discorso sul Ponte. Quindi per com’è combinata oggi la politica italiana, chi vuole il Ponte non può fare altro che affidarsi a Renzi. O lo fa lui o non lo fa nessuno.

BALLOTTAGGI: ACCORINTI (NO PONTE) VINCE A MESSINAA proposito, guardate bene in faccia coloro che oggi sono “No-Ponte”. Grillo. Salvini. Accorinti. D’Alema. Brunetta. Forse basterebbe questo per schierarsi dalla parte del Sì.

Oltre alla fiducia, Renzi ha bisogno anche di sostegno. Ben oltre il Referendum, dove si vota per una riforma costituzionale e ognuno dovrebbe votare consapevole di quello che è contenuto in quella riforma senza alcuna contaminazione di tipo politico. Renzi ha bisogno di sostegno pro-ponte perchè per realizzare questa grande opera, come già è successo con Berlusconi, gli si metteranno tutti contro. Ci sono tante lobby e tanti poteri forti che hanno tutto l’interesse che questo Ponte non venga mai realizzato, oltre alla troglodita ignoranza populista diffusa che rende il nostro Paese oggi un Paese piatto, fermo, arretrato rispetto al resto del mondo.

comitato-ponte-subitoBisognerà combattere tanto per avere il Ponte, e Renzi ha bisogno del sostegno dei territori, delle persone favorevoli, dei siciliani che vogliono il Ponte da generazioni, dei reggini che hanno fondato qualche anno fa il comitato “Ponte Subito” e che adesso hanno il dovere, l’obbligo morale, di sostenere il premier nella sua battaglia. Renzi e il grande sogno del Ponte hanno bisogno che adesso tutti quegli italiani favorevoli al progresso e allo sviluppo facciano sentire la loro voce, per ritrovare orgoglio nazionale, per essere un Paese normale, al passo con i tempi e adeguato al terzo millennio. Per evitare di rimanere ancora indietro e rilanciare un Sud sempre più marginale e sofferente che con il Ponte ritroverebbe centralità (oltre che lavoro e progresso), con un indotto straordinario e dal valore incommensurabile per decenni avvenire.

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