Procreazione assistita, la Regione boccia l’ospedale Papardo di Messina

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Sei giorni di ritardo nell’invio dei dati e la Regione boccia l’ospedale Papardo di Messina quale centro per la procreazione medicalmente assistita. Il nosocomio aveva speso oltre 500 mila euro per adeguare i locali, realizzare gli impianti di congelamento, creare ambienti sterili, servendosi della consulenza di medici e tecnici che avevano fatto esperienza in Nord Europa. Raggiunto lo standard previsto, l’ospedale aveva inoltrato la pratica con sei giorni dopo la scadenza dei termini. Il ritardo e’ bastato a mandare in fumo mezzo milione d’investimento. La notizia della bocciatura e’ confermata dal direttore generale del Papardo, Michele Vullo: “Sono esterrefatto – dice – ma e’ cosi’. Mi rifiuto di credere che l’assessorato non ci ripensi: meno di una settimana di ritardo nell’invio dei dati non puo’ mandare all’aria un progetto sul quale abbiamo lavorato con entusiasmo e serieta’. L’ospedalita’ pubblica va valorizzata, non mortificata”. La tariffa stabilita dal Papardo per accedere alla procreazione assistita e’ di 3.700 euro, in linea con quanto spendono le coppie negli ospedali pubblici del Nord. La Regione ha recentemente creato un budget di 5 milioni di euro da mettere a disposizione di coppie non abbienti di tutta l’Isola che desiderano avere un figlio attraverso la procreazione assistita. Il 70% di questa somma e’ destinata all’ospedalita’ pubblica, il 30% a quella privata. Dei 5 milioni, alla provincia di Messina ne e’ stato destinato mezzo milione.

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