Reggina-Catania, Biagianti dopo il furto: “non è vero che sono soddisfatto, all’appello manca la mia fede nuziale. Non dimenticherò mai quanto accaduto al Granillo”

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Reggina-Catania, le parole del capitano rossazzurro Marco Biagianti

LaPresse/Francesco Saya
LaPresse/Francesco Saya

Come noto, al rientro negli spogliatoi del “Granillo” dopo la gara con la Reggina, il Capitano degli etnei Marco Biagianti ha constatato con incredulità e denunciato prontamente il furto di un telefono, di un prezioso orologio e della fede nuziale. Grazie all’intervento dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, la refurtiva è stata recuperata con l’eccezione della fede nuziale. “Ringrazio tutte le persone che si sono adoperate concretamente per assistermi – afferma Biagianti – e quelle che mi hanno mostrato solidarietà: compagni di squadra, dirigenti e collaboratori del Catania, i nostri straordinari tifosi che mi hanno inviato moltissimi messaggi e tutti gli sportivi contrariati dalla vicenda. Purtroppo, non è affatto vero che da parte mia ci sia “piena soddisfazione”. All’appello manca infatti un anello che per me è un importante simbolo di vita e, di conseguenza, dimenticare quanto accaduto sarà impossibile. Con un velo di amarezza, a prescindere dalle responsabilità che verranno appurate, trovo francamente incredibile che un atleta impegnato nello svolgimento di una gara professionistica sia costretto a fare i conti con simili sorprese. Uno spogliatoio non più inviolabile diviene un fattore di rischio, non soltanto per gli oggetti ma anche per le persone: è intollerabile”. 

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