di Tari Romeo – Pare proprio che De Silva abbia nel DNA i geni delinquenziali, e l’avere scoperto di essere figlio del boss Ulisse Mazzeo certamente non serve a placare le sue inquietudini, anzi dopo aver verificato la veridicità delle proprie origini, trova ancora stimoli a continuare la propria “mission” barcamenandosi tra famiglie di mafia, forze dell’ordine e poteri istituzionali anche quelli occulti che operano nell’ombra, come i servizi segreti, anche quelli deviati. i commerci tra droghe e uranio impoverito fanno da sfondo all’attività della Squadra della Duomo, mentre la Rachele Ragno ormai rimasta sola, cerca nel trafficante, appartenente al mondo dei colletti bianchi, Torrisi, non avvezzo all’uso delle armi e agli agguati con inevitabili sparatorie, l’ultimo baluardo alla propria supremazia tra le famiglie di mafia, per buona parte decimate, sempre più determinata a concludere l’affare della vita. Altro motivo che sottende l’ottava stagione di Squadra Antimafia, è la ricerca del cosiddetto tesoro di Rosy Abate, ricerca affidata all’agente Rosalia Bertinelli, la quale si appassiona al caso nutrendo seri dubbi sulla morte di Rosy. E mentre continua le indagini, cercando aiuto anche dalla madre detenuta per mafia nelle carceri di Catania scopre qualcosa di sensazionale : guarda un pò che lei, proprio lei, la poliziotta in prima linea Rosalia, che si è dissociata e ha preso drastiche posizioni nei confronti della propria famiglia,guarda un pò che proprio lei sia in qualche modo sorella proprio di Rosy Abate, per la quale, nonostante tutto nutre, sin dall’inizio, un sentimento misto di tenerezza e commiserazione pur non avendola mai incontrata di persona. Sarà il richiamo del sangue ? Rivedremo Rosy Abate, dunque, e magari nella puntata di venerdì 28 ottobre ?