Reggio Calabria, progetto di accoglienza dell’istituto comprensivo “De Amicis-Bolani”

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Fedeltà, amicizia, lealtà e rispetto, come forze portanti per la conclusione del progetto letterario-sociale “Accoglienza” proposto dall’ Istituto Comprensivo “De Amicis-Bolani” di Reggio Calabria. La “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” di Luis Sepùlveda, la matrice trainante, nella quale si  è palesato il life motive dell’opera,  che è  divenuta chiave e tramite per estrinsecarne le tecniche narrative e le tematiche portanti dei grandi valori della vita. Alla base del percorso  didattico, che ha coinvolto le classi quinte della scuola primaria “De Amicis” e le prime medie dello “Spanò Bolani” un intreccio emotivo-culturale e una didattica, elaborata e costruita attraverso un insegnamento laboratoriale-attivo. “ Un percorso progettuale capace di decodificare i processi dell’apprendimento in discipline di studio” rimarca Giuseppe Romeo, preside dell’istituto Comprensivo. Costruita così e strutturata l’acquisizione delle competenze, in vari momenti: lettura guidata del romanzo per estrapolare i significati intrinseci e porre l’accento sugli aspetti carismatici, per giungere all’esame dei temi portanti e ad innovative chiavi di lettura, passando indi a produzioni scritte ed artistiche personalizzate, aventi come finalità, un’ autocostruzione attiva  del sapere. Il cane Aufman “fedele” al tal punto da sacrificare la sua vita, è stato il filo conduttore del progetto educativo, partendo da varie sfaccettature: il ricordo “sogno quel che ho perduto e i miei sogni mi riportano a quel giorno freddo…i miei ricordi cominciano…”, il perdono “come che, l’uomo, chiede perdono ad aliwen, l’albero prima di tagliarlo e a ufisa, la pecora, prima di toglierle la lana, io ti chiedo perdono, tunduku , topo se sazierò la mia fame…”, la lealtà “questo cucciolo ha dimostrato lealtà a monwen, la vita, non ha ceduto al comodo invito di lakonn, la morte, perciò si chiamerà Aufman, che nella nostra lingua significa leale e fedele…”, la speranza “la vita va accolta con gratitudine, mi piace la pioggia che rinnova sempre le cose…”, la tristezza “mi trascinarono in un territorio triste, non c’erano aromi gentili, non c’erano boschi, ma alberi dall’ ombra incerta…”. Attraverso le tecniche narrative, analessi e prolessi, gli alunni sono giunti alla strutturazione di una  giornata conclusiva, tenutasi al Parco ludico-tecnologico-ambientale di Ecolandia, che li ha visti artefici di varie fasi laboratoriali, snodatesi in un percorso tematico esperenziale, “calibrato sulle esigenze degli alunni” che ha riproposto la narrazione dell’amicizia del cane Aufman, legato alla catena nel rimpianto di una vita felice al suo amico-fratello indio Aukaman. Posto il parallelo sulle minoranze etniche, partendo dagli Indi Mapuche “Gente della terra” e dei temi portanti, si è dato vita al confronto di modalità differenti di produzione scritte, curate da Violante Gabriella, Bacciarelli Antonella, Marsala Matilde, Catanoso Claudia, Barcellona Giuseppina, professoresse dell’area linguistica alla scuola media “Bolani” e Iannò Grazia professoressa di matematica e da Chirico Stefania, Arecchi Grazia Maria, Cotroneo Anna, Mannino Mariella, Falcioni Adriana, Matalone Tina e Dell’Arte Pina, insegnanti della primaria “De Amicis”. Si è dato seguito ad un confronto dei due ordini di scuola e si è giunti ad “progetto di sviluppo” come sostiene il preside Romeo “per divenire, la scuola stessa, segno di crescita umana, una comunità accogliente ed educante, attenta all’ascolto, nonché portatrice di un messaggio sociale di crescita”. Socialità, confronto, tecniche linguistiche innovative e connubio di saperi consapevoli e concreti, nel percorso progettuale seguito dalla professoressa di lettere, Palumbo Adriana, Funzione Strumentale dell’area “Accoglienza” per giungere, come ribadisce, Iatì Antonella, vicepreside del “De Amicis-Bolani” ad una “summa educativa concettuale d’intenti mirati” rappresentati dall’onirico viaggio del cucciolo, fedele al suo amico fuggitivo, ai suoi valori ed alla sua vita stessa “io sono Aufman, il ricordo di un cane, e la mia storia si racconta nella ruka della Wallmapu, quando la nebbia del Sud del mondo nasconde il paese della Gente della Terra”.

Stefania Chirico Cardinali

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