La bufala del treno Reggio-Roma in 4 ore dopo la “Metropolitana” di Falcomatà e la “Flotta dello Stretto” di Accorinti: tante burle mentre si continua a fare orecchie di mercante di fronte all’unica vera soluzione per il rilancio del Sud: il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità ferroviaria fino a Palermo e Catania
Peccato che si tratta di un’altra presa in giro per la città: era il 6 agosto 2011 e l’allora governatore Scopelliti finanziava il nuovo “Sistema di mobilità di Reggio Calabria” con 120 milioni di euro. Non si sognava di chiamarlo “metropolitana“, figuriamoci come l’avrebbero messo in croce. Giustamente, perchè parlare di “metropolitana” è assolutamente scorretto. E sarebbe scorretto anche parlare di “metropolitana di superficie“, perchè la metropolitana tecnicamente è una ferrovia, invece nel caso di Reggio si parla di un sistema di mobilità innovativo e sostenibile ma integrato tra treni, tappeti mobili, parcheggi multi-piano e autobus. Quindi non è una metropolitana. E il finanziamento di 100 milioni di euro da parte della Regione adesso che siamo a fine 2016 non può certo renderci felici, se pensiamo al finanziamento di Scopelliti che risale a oltre 5 anni fa e che era ben più cospicuo (appunto, 120 milioni) e che poi è stato dilapidato proprio dalla nuova classe dirigente che negli ultimi anni ha governato gli enti locali calabresi e reggini.
Il progetto di Scopelliti, ufficialmente finanziato cinque anni fa, prevedeva la realizzazione di altri 3 tapis Roulant e di un sistema integrato che potesse liberare tutto il centro storico dal traffico, creando un grande parco a misura d’uomo tra le straordinarie bellezze naturalistiche, culturali e architettoniche della città, dal Lungomare a via Aschenez, dal Museo dei Bronzi alla Villa Comunale. Il nuovo sistema di mobilità era pensato per soddisfare le esigenze dei cittadini collegando i principali servizi in modo moderno, economico e veloce, senza traffico e smog. Il nuovo tapis roulant più lungo e importante doveva essere realizzato dalla Stazione Lido fino agli Ospedali Riuniti, passando per via Roma e per il parco Caserta. Gli altri due erano invece progettati per la Cittadella Universitaria, affinché collegassero le facoltà di Ingegneria, Architettura e Agraria.
Proprio in funzione dei Tapis Roulant, erano previste alcune opere propedeutiche: sul Lungomare doveva essere creata una stazione ferroviaria proprio in corrispondenza di via Giudecca, all’altezza del Tapis Roulant attualmente in funzione. In cima allo stesso Tapis Roulant, inoltre, dovevano essere realizzati tre ampi parcheggi di scambio multi-piano: uno nei pressi del Museo Civico del Sales, in via Reggio Campi, due in via Possidonea. Altri due parcheggi di scambio multipiani, inoltre, dovevano essere realizzati presso gli Ospedali Riuniti, in cima al lunghissimo tapis Roulant che partirà dalla stazione Lido. Uno di questi due parcheggi doveva essere molto ampio. E altri due ampi parcheggi di scambio multi-piano dovevano essere realizzati in funzione della linea ferroviaria: uno a piazza Garibaldi e un altro presso la Pineta Zerbi, all’inizio del Lungomare, di fronte al “Gran Cafè”.
Non ci sono più i nuovi tapis roulant, dicevamo, ma non c’è più neanche il waterfront, non ci sono molti dei parcheggi multipiano, e neanche le cabine sui binari ma soltanto un’accozzaglia di mezzi già esistenti, tra treni e autobus, per collegare in modo migliore le varie zone della città. Certo non una “metropolitana”.
E’ l’ultima (anzi, la penultima visto che ieri è arrivata quella del treno) presa in giro ai danni dei cittadini. Ma non certo l’unica o la prima. Nell’altra sponda dello Stretto i messinesi da anni subiscono inermi i patetici annunci del Sindaco Accorinti che nel 2013 è stato eletto mentre prometteva la “Flotta dello Stretto”, ovviamente rigorosamente pubblica, per collegare le due sponde in modo “veloce ed efficiente”.
Non è un caso se Oliverio, Accorinti e Falcomatà continuano a propinarci tutto questo. E’ il risultato culturale del “NO” al Ponte, delle “piccole opere”, della politica priva di ambizione.
La realtà, infatti, è una sola: l’unica soluzione per il rilancio del Sud è quella di puntare sulle infrastrutture e sulle grandi opere. Serve come il pane il Ponte sullo Stretto, in modo assolutamente prioritario e immediato. Serve l’alta velocità che arrivi non solo fino a Reggio, in Calabria, ma anche fino a Palermo e Catania, in Sicilia. E perchè no, fino a Trapani e Siracusa. Tutto ciò che per il Nord è normalità, perchè non deve essere fatto anche per il Sud? Se lo Stretto che separa Calabria e Messina avesse separato Piemonte e Lombardia, questo tanto agognato Ponte sarebbe in piedi da almeno 40-50 anni. Invece qui continuiamo a dire di “NO”, ci lasciamo prendere per i fondelli da chi continua a propinarci quotidiane bufale, dalla Flotta dello Stretto alla Metropolitana di Reggio fino al treno per Roma che in realtà non risparmia proprio nulla ma ci costerà il doppio di prima. E c’è ancora qualcuno che da’ la colpa di tutto al Ponte, che non c’è. Quella, in realtà, è l’unica soluzione.