Aereo russo precipitato nel mar Nero, non si esclude l’attentato terroristico

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LaPresse/Xinhua
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Sta assumendo i contorni di un possibile attentato islamista contro le truppe russe, colpevoli di essersi schierate al fianco di Bashar Assad a settembre del 2015, cambiando le sorti del conflitto, la tragedia del Tupolev Tu-154. Il jet si e’ inabissato nel Mar Nero subito dopo il decollo da Sochi uccidendo tutte le 92 persone a bordo, tra cui 64 membri de coro dell’Armata Rossa, icona russa per eccellenza, che stava andando proprio in Siria alla base aerea di Hmeimim, presso Latakia per cantare per i soldati vittoriosi. Tutto e’ iniziato in piena notte quando il trireattore militare Tu-154 decolla da Sochi per scomparire dai radar due minuti dopo essersi staccatosi dalla pista alle 5,27 locali (le 3,27 ora italiana). Il jet ‘ precipitato a soli 1,5 km dalla costa e i detriti sono sparsi in una vasta aerea – a causa delle forti correnti sottomarine – ad una profondita’ tra i 50 ed i 70 metri. Le scatole nere non state ancora trovate perche’ a differenza di quelle in uso sui jet di linea non hanno una segnalatore di posizione e andranno quindi trovate perlustrando palmo a palmo il fondo del mare, Il ministro dei trasporti, Maxim Sokolov, ha sostenuto che il Tu-154 precipitato era “in buone condizioni”: l’aereo aveva accumulato 6.689 ore di volo dal 1983, era stato sottoposto a lavori di riparazione nel 2014 e revisionato nel settembre scorso. E’ stato Sokolov, smentendo l’iniziale posizione russa negazionista dell’ipotesi attentato, ad rimetterla in ballo: “E’ prematuro parlare di un atto di terrorismo ma anche questa teoria deve essere presa in considerazione” ha detto il ministro. L’attentato, ove fosse provato, potrebbe essere stato realizzato non solo con un ordigno piazzato a bordo ma anche attraverso il lancio di un missile a ricerca di calore ‘spalleggiabile’ come gli Strela russi o gli Stinger Usa, da cui il jet, benche’ dell’aeronautica militare, non aveva difesa in quanto mezzo di trasporto e non da guerra. A far propendere per questa ipotesi il fatto che il jet, scomparso dai radar due minuti dopo il decollo, fosse ancora basso.

In precedenza gia’ una fonte della sicurezza russa non aveva escluso che possa essere stato un attentato a far schiantare nel Mar Nero il Tupolev-154 diretto in Siria. “La possibilita’ di un attacco terroristico e’ un’opzione”, ha spiegato la fonte al sito Lenta.Ru, “non puo’ essere confermata o esclusa finche non avremo le informazioni dei registratori di volo, ma viene presa in considerazione”. La stessa fonte ha sottolineato che sui voli militari le ispezioni sugli aerei e i controlli possono essere meno rigidi rispetto a quelli per i voli civili: “A volte questo mette un brivido”, hanno spiegato. Il fatto che l’aereo fosse diretto in Siria e con a bordo il coro dell’Armata rossa lo rendeva l’obiettivo ideale per un’azione terroristica islamista. Il Tu-154 e’ considerato “il mulo da carico” dei cieli prima sovietici e ora russi. Ne sono stati costruiti dal 1968 al 2013 ben 1.026 esemplari. Ne sono rimasti attivi circa 50 tutti nell’aeronautica militare russa o presso compagnie minori di ex paesi satelliti di Mosca. L’autonomia e’ di 5.280 chilometri ed puo’ operare da piste non asfaltate o da aeroporti preparati sommariamente solo con ghiaia. Viene spesso utilizzato nelle regioni artiche all’estremita’ settentrionale del territorio russo, in zone dove gli aeroporti possono avere infrastrutture solo rudimentali. La cellula di un Tu-154 ha una vita operativa di 45.000 ore di volo, ma e’ in grado di estendersi fino ad 80.000 ore con adeguata manutenzione. Proprio l’alto numero di esemplari prodotti lo ha reso protagonista di numerosi incidenti e attentati: il 24 agosto 2004, in Russia, un Tu-154 esplose in volo per la deflagrazione di una bomba portata a bordo da una terrorista-kamikaze indipendentista cecena; il 15 luglio 2009 circa 20 minuti dopo il decollo da Teheran, a causa di un incendio al motore un Tupolev Tu-154 della Caspian Airlines si schianto’ al suolo, provocando 168 vittime; il 10 aprile 2010 a Smolensk in Russia precipita un Tu-154. Tra i 96 morti anche il presidente polacco Lech Kaczyskicon la moglie Maria.

La pista terroristica per la tragedia Tupolev Tu-154 “non e’ considerata la piu’ accreditata”. E’ quanto precisa una fonte dell’intelligence russa. “Il Tu-154 e’ partito da Chkalovsky, dove i passeggeri e i bagagli sono stati controllati a fondo. Il rifornimento era previsto a Mozdok, ma e’ stato spostato a Adler a causa delle condizioni meteo e non abbiamo informazioni in base alle quali l’Aereo avrebbe fatto rifornimento a Sochi. L’Aereo e’ stato preso sotto scorta dopo l’arrivo a Adler”, ha ricostruito la fonte. “Solo due guardie di frontiera e un ufficiale doganale sono saliti a bordo e solo il co-pilota e’ uscito dall’Aereoper controllare il carburante. Il cibo non e’ stato consegnato a bordo, lo staff ha effettuato il rifornimento”, ha aggiunto. “Al momento – ha concluso – non ci sono elementi che dimostrano atti terroristici e gli investigatori non considerano questa pista la principale”.

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