Messina: “grazie a chi ha fatto luce sul malsano sistema di allevamento sul territorio dei Nebrodi”

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Gli Avv.ti Cafarelli e Zammataro ringraziano coloro che hanno fatto luce sul malsano sistema di allevamento sul territorio dei Nebrodi

Carne abusiva Messina – “Ci congratuliamo per l’operato svolto dai poliziotti del Commissariato di S. Agata Militello, su indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti che hanno fatto luce sul malsano sistema di allevamento e macellazione di animali che aveva avuto inizio nel novembre del 2014 sul territorio dei Nebrodi. Annunciamo sin da adesso che presenteremo esposto e contestuale istanza di qualificazione di persona offesa e ci costituiremo parte civile nel procedimento penale”, hanno dichiarato gli Avv.ti Melita Cafarelli e Manfredi Zammataro, rispettivamente Segretario della Provincia di Messina e Segretario per la Regione Sicilia, dell’Associazione Codici Onlus – Centro per i diritti del cittadini”. Queste le parole di plauso dei rappresentanti dell’Associazione CODICI, che da anni affronta i temi della legalità e della tutela dei diritti del cittadino, nei confronti delle Forze dell’Ordine il cui lavoro ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di allevatori, macellai, perfino medici veterinari.

E’ un vero e proprio vaso di pandora quello scoperchiato oggi: prodotti della macellazione non controllati, relativi ad animali allevati sul territorio dei Nebrodi arrivavano sulle tavole senza aver passato i controlli previsti o in alcuni casi attraverso veri e propri atti di corruzione di pubblici ufficiali. Gli animali venivano prima rubati e poi macellati in maniera clandestina, per poi arrivare alla vendita al sempre ignaro pubblico di carne priva di qualsiasi controllo sanitario. A pagarne le spese sono stati sicuramente i consumatori sottoposti al rischio altissimo che quella stessa carne, giunta sulle loro tavole, fosse affetta da malattie infettive quali anche la tubercolosi. Quanto scoperto dagli investigatori – concludono Cafarelli e Zammataro – non fa altro che confermare la necessità di filiere trasparenti a tutela dei consumatori”. 

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