Mostra di Pasquale Marino a Messina

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pasquale-marinoE’ davvero difficile introdurvi alle opere di Pasquale Marino artista poliedrico e multiforme che in oltre cinquant‘anni di produzione ha dimostrato una incredibile capacità di trasformare e trasformarsi di fronte alla realtà rappresentata. Più volte nelle nostre lunghe discussioni, nate soprattutto dal mio curioso stupore e dalla sua sorridente e modesta volontà di comunicare l’ importanza dell’ arte di Pasquale mi ha detto con forza che “ la pittura è ! “ al di là dei canoni e delle accademie, al di là delle nette distinzioni tra astrazione e figurativo. Tutte queste note, la tecnica sapiente, il gusto raffinato nell’ uso dei colori, la ricerca spasmodica dell’ astrazione dei paesaggi, la concretezza delle forme riconoscibili, tutte queste note insieme costituiscono la peculiarità di Marino. Ci troviamo di fronte ad una sorprendente e personale di disgregazione e di ricomposizione dell’ armonia che va oltre, che supera il varco del reale, come se la superficie del reale fosse stata grattata via distrattamente. L’ osservatore si sente pervaso dal desiderio di conoscenza. Quel varco, percepito immediatamente, invita a voler sapere di più. E come la siepe di leopardiana memoria, che “ da tanta parte dell’ ultimo orizzonte il guardo esclude “ cosi nelle tele di Marino un muro, un portone, un davanzale delimitano fisicamente il varco, incitando al salto, al colloquio vibrante con l’ incomprensibile. In questa ottica possiamo cogliere le suggestioni della Vucciria, omaggio a Guttuso. La vita del mercato, caotica e rumorosa, cela, nei suoi tratti sovrapposti, l’ esistenza confusa ed errante degli uomini, contesi continuamente tra reale ed ideale. In questa ottica possiamo leggere la natura prorompente costruita come un intarsio in un’ apparente armonia geometrica. In quest’ ottica i batacchi dei portoni chiusi,ma pronti ad essere svelati. In quest’ ottica possiamo percepire anche le porzioni vibranti e vive dei corpi umani circondati da cornici surreali che contribuiscono a dare l’ idea dello squarcio, a far partecipare con intensità lo spettatore al gioco amoroso.

Barbara Sisalli

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